Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Le voci del cuore tà cattolica? Nel mezzo secolo che va dal 1831 al 1870, troviamo, s{, Gregorio XVI, ma troviamo anche Gioacchino Belli e Mazzini. Troviamo Pio IX, ma troviamo anche Garibaldi e Cavour. E poi a Leone Xlii fa pendant Adriano Lemmi; a Pio X, Mussolini prima maniera, quel Mussolini che abbatté a ForH la statua della Madonna del Fuoco; 5 e a Pio Xl, Mus– solini seconda maniera, quello che in un giorno solo fece il battesimo, la cresima, la confessione, l'eucaristia, il matrimonio, tutti i sacramenti me– no gli ordini sacri e l'estrema unzione. Sarebbe stato meglio assai per l'Italia, se non ci fosse stato mai nes– sun Musso.lini, né della prima né della seconda maniera. Ma i padri della Civiltà cattolica non possono obliterare dalla storia d'Italia quello della prima maniera, come noi non possiamo obliterare quello della seconda, e con lui Pio XI, e il suo segretario di stato Pacelli (oggi Pio XII) e il cardi– nale Schuster, e il cardinale Ascalesi, e tutti gli altri complici e sfruttatori di Mussolini seconda maniera. Dopo avere deciso che nella civiltà italiana c'è la sola tradizione che fa comodo a loro, interpretata solamente come fa comodo a loro, i padri gesuiti insegnano solennemente che "sarébbe un tradire questa chiara [ !] vocazione storica dell'Italia e questa evidente aspirazione di tutto [ I] il popolo, se si risuscitassero questioni che devono oramai ritenersi definiti– vamente risolute da specifici impegni internazionali contratti con la Chiesa. I trattati internazionali non si possono rescindere in modo unilaterale. La sapienza del diritto insegna che pacta sunt servanda." La Civiltà cattolica intende con queste parole i cosi detti patti del Laterano. Il cos{ detto "trattato di conciliazione," che nel 1929 regolò la questio– ne romana, certamente è un impegno internazionale fra due sovrani territo– riali, fra l'Italia e la Città del Vaticano. La affermazione che i trattati in– ternazionali non si possono rescindere "in modo unilaterale" contiene una teoria, di cui ci piacerebbe sapere che è stata sempre praticata dal Vati– cano. Se la memoria non inganna, nel 1935, quando Mussolini invase l'A– bissinia senza dichiarazione di guerra violan~o il trattato della Società delle Nazioni, il trattato d'arbitrato coll'Abissinia, il Patto Kellogg, e non sappia– mo quanti altri trattati internazionali, né Pio Xl né il suo segretario di stato, cardinal Pacelli, oggi Pio XII, si ricordarono la sapienza del diritto romano. Se se ne ricordarono, non ne parlarono. C'è pericolo che il Va– ticano si ricordi del diritto romano solo quando gli faccia comodo. Ma è inutile indugiarci su questo genere di logomachie. Nella fatti– specie è da augurare che gl'italiani, avendo tante gatte da pelare, lascino stare quella gatta dove è e come è, visto che, dopo tutto, a volerla pelare si otterrebbero piu noie che vantaggi reali. - Ma per il "concordato" del 1929, le cose cambiano. Un concordato. non è un trattato internazionale fra sovrani territoriali. È un accordo di ca- s Nel testo: "del Sole." Ma cfr. indietro, p. 156 n. 3. [N.d.C.] 431 Biblioteca Gino· Bianco

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