Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Le voci del cuore stalinisti dalle molte facce, socialisti senza spina dorsale, repubblicani del– la repubblica qualsivoglia, "liberali" alla Bergamini 4 e generi simili. Precisamente questò la Civiltà cattolica vuol dire quando scrive che l'orientamento assunto dal corpo elettorale "segna in modo indeclinabile [stile mussoliniano] l'orientamento che dovrà seguire l'Assemblea costi– tuente nella formulazione della nuova costituzione." "In sostanza la gran massa degli elettori, stando alla presentazione dei programmi politici, ha voluto riaffermare col proprio voto la missione alta e nobile che la Provvi– denza ha assegnato all'Italia, la quale come fu sempre madre e mae~tra di civiltà lungo tutti i secoli e per tutti i popoli educandoli col suo esem– pio e con le sue istituzioni politiche e sociali, con la sua dottrina e i suoi isti– tuti giuridici, ispirati al pensiero cristiano, cosi ancora oggi deve continuare per volere di popolo a svolgere la medesima attività elevatrice, conforme alla sua tradizione passata, nella quale potrebbe quasi riconoscersi un mandato di– vino." Cinque minuti di riposo per prender fiato e vediamo di ragionare. L'Italia fu madre e maestra di civiltà una prima volta, coi romani. Ma questi non si conformarono a nessun pensiero cristiano, se no? altro per la ragione che l'Italia smise il mestiere di madre e maestra alla romana proprio quando il cristianesimo sostitui il paganesimo. I buoni padri, a questo punto, diranno che l'Italia continuò quel mestiere per tutto il medio evo, e questa volta non c'è dubbio che l'Italia si conformò al pensiero cristiano, sebbene non si possa disconoscere che la madre e maestra, nel fare il suo mestiere, prese spesso, se non volentieri, botte da tutte le parti. D'altra parte i reverendi padri non dovrebbero dimenticare che ancora una volta l'Italia fu madre e maestra alle genti nella Rinascenza, ma la Rina– scenza difficilmente può essere considerata parte del pensiero cristiano: non pare che Machiavelli e Leonardo da Vinci appartengano precisamente a quel pensiero. In quale stato intellettuale, morale, civile e politico fu ridotta l'Italia dopo che la Controriforma ristabiH il monopolio di quello che i gesuiti chiamano pensiero cristiano, arrostendo Giordano Bruno e tenendo al fresco Galileo, tutti lo sappiamo, e la Civiltà cattolica provvederebbe alle proprie fortune se ne parlasse il meno possibile. In ventisette secoli di storia il popolo italiano ne ha viste e ne ha fatte di tutti i colori, e presenta tutte le tradizioni possibili e immaginabili. Si trova in quella storia non solo la tradizione cristiana, ma anche la tra– dizione papalina - una tradizione che nessuno storico, a cui i gesuiti non abbiano portato via il cervello, confonderà mai colla tradizione cristia– na: Dante, cristiano coi fiocchi, piantò nell'inferno parecchi papi. Anche la tradizione papalina deve essere suddivisa in parecchie specie assai diver– se. Gregorio Magno non ebbe nulla da spartire coi gaglioffi del secolo X. Innocenzo III avrebbe fatto impiccare Leone X e Clemente VII. E il Risorgimento italiano appartiene forse alla tradizione della Civil- • Alberto Bergamini (1871-1%2), direttore del "Giornale d'Italia" dal 1901 al 1923 e sena– tore del regno dal 1920. Nel 1944 fondò la Concentrazione democratica liberale, di tendenza mo– narchica, e nel 1948-53 fu senatore di diritto nella prima legislatura repubblicana. [N.d.C.] 430 Biblioteca Gino Bianco

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