Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Discussioni con un cattolico sincero o governo secolare nel quale essi abbiano gli stessi diritti di libertà che spettano a tutti i cittadini di un paese libero, e quindi la possibilità di far prevalere i loro punti di vista nella legislazione secolare col metodo della libertà eguale per tutti, ma non privilegi garantiti da un concordato secondo la dottrina clericale. L'argomento principe dei clericali, e - temo, purtroppo - anche dei democratici cristiani alla don Sturzo, è che la popolazione italiana è catto– lica, e i suoi sentimenti vanno rispettati. È facile rispondere anzi tutto che il rispetto ai sentimenti religiosi di un popolo non può essere imposto per legge, ma deve rampollare dalla coscienza e dalla educazione di quel popolo; i cattolici debbono provvedere essi allo sviluppo di quella coscienza e di quella educazione, e non invocare il carabiniere per imporlo armata manu. Anche se tutti gli italiani fossero cattolici consapevoli, convinti, coerenti e praticanti, e un solo italiano non fosse tale, quell'unico italiano dovrebbe avere di fronte alla legge gli stessi identici diritti dei suoi concittadini cat– tolici, e questi non dovrebbero godere di nessun privilegio legale nei suoi confronti. Sta inoltre il fatto che in Italia i cattolici consapevoli, convinti, coe– renti e praticanti, sono una minoranza esigua. Il partito popolare, nel 1919, non convogliò che il 25% dei voti. La Democrazia cristiana, nel 1946, non ha convogliato che il 35% dei voti, e molti di questi voti furono dati non da cattolici consapevoli, convinti, coerenti e praticanti, per aderire alle dottrine del Vaticano, ma da persone la cui fede religiosa era rinchiusa tutta nel portafoglio. Con che diritto pretende la minoranza cattolica di garantirsi, grazie a un concordato col papa, una posizione giuridica di privilegio in mezzo alla maggioranza dei suoi concittadini? Che i monarchici e i reazionari cerchino la protezione del Vaticano contro le forze di sinistra, e per ottenere quella protezione inghiottano il concordato, e che il Vaticano in compenso ordini ai clericali di fare massa insieme con chi promette il rispetto del concordato, è perfettamente natu– rale. Quello che non è naturale è che i cristiani, i quali si dicono non clericali, minaccino gli uomini di sinistra col dilemma: "O voi inghiottite il concordato, o noi ce ne andiamo coi clericali e col Vaticano, e addio alle vostre e nostre riforme.,, A questa minaccia gli uomini di sinistra debbono rispondere: "Smettete il vostro doppio giuoco, e andatevene coi clericali e col Vaticano, ma noi il concordato non lo inghiottiamo. Rimar– remo in minoranza, data la vigliaccheria dei comunisti, socialisti e repubbli- . M ' ,,, cam. a non sara sempre cosi. Vi sono due modi di arrivare alla abolizione del concordato. L'ideale sarebbe di arrivarvi all'amichevole, attraverso un compromesso amichevole non col Vaticano, ma con quella parte dei cattolici italiani che non è acce– cata dalle tradizioni medievali. Il compromesso dovrebbe avere sempre per base l'abolizione immediata senz'altro del concordato - su questo punto la mia intransigenza sarebbe assoluta -, ma la massima parte delle leggi concordatarie rimarrebbero intatte, mettiamo, per cinque anni, magari 422 BibliotecaGino Bianco

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