Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Discussioni con un cattolico sincero divinità di Cristo, e galantuomini che non ci credono. lo divido gli uomini secondo che sono canaglie o galantuomini, e non secondo che hanno gli oc– chi neri o azzurri, o secondo che credono o non credono alla divinità di Cristo. Le norme della vita morale sono state elaborate dalla umanità, attra– verso l'esperienza di centinaia e centinaia di secoli, e sono le stesse per tutti sotto qualunque latitudine e longitudine. Alcuni associarono quelle norme morali alla dottrina buddista; altri alla dottrina confuciana; altri alla dottrina mosaica; altri alla dottrina cristiana; io, per conto mio, non associo le mie idee morali a nessuna teoria religiosa. Le mie idee morali si trova- .· vano quasi tutte nella filosofia stoica prima che Cristo nascesse. Cristo ne aggiunse ad esse una nuova, quella della carità. Poi vennero i teologi a fabbricare intorno ai suoi insegnamenti un catafalco di dogmi. Io mi sono arrestato all'anno della crocifissione. Dopo quell'anno non c'è piu nulla di nuovo che io abbia imparato come precetto di vita morale, e i catafalchi dogmatici dei secoli successivi non mi riguardano. Vi sono in tutte le parti del mondo uomini che professano la stessa religione, ma alcuni sono santi e altri canaglie; e vi sono uomini che sono santi o canaglie appartenendo alle piu differenti religioni. Quel che m'interessa è la pratica morale, e non la fede dogmatica di ciascuno. Beninteso che se un uomo onesto riti~ne di dover appoggiare la sua pratica morale su una fede religiosa, io non lo crederò per questo meno intel– ligente di. me. Ognuno nel proprio spirito, a modo proprio, giustifica le proprie azioni: La vecchierella, che pregando innanzi alla immagine della Ma– donna trova conforto al suo dolore e un raggio di speranza, è altrettanto rispettabile quanto il filosofo che pesta l'acqua nel mortaio delle sue astra– zioni. Come vedi, caro mio, io non trovo nulla da ridire nella dichiarazione di fede che hai avuto la bontà di fare nella tua lettera. Sono persuaso che sei stato sempre e sarai sempre un galantuomo, quale che sia la dottrina religiosa a cui hai creduto di dover aderire in questi lunghi anni di dolore. Data la importanza essenziale che io do - ed ho sempre dato - al problema morale, puoi ben comprendere se sono contento che su questo terreno la unità spirituale fra te e me non sia stata mai spezzata dalla lon– tananza, dagli anni e dal forzato silenzio. Tu scrivi nella tua lettera che hai aderito non solo al cristianesimo, ma al cristianesimo cattolico, e che tu consideri come tuoi inconciliabili avversari i cattolici fascisti e filofascisti nostalgici della defunta monarchia; ma che non te la senti di andare con gli azionisti, e non te la senti neanche , di andare coi democratici cristiani, la cui eterogeneità ti ripugna. Anche in questo non c'è nessuna differenza fra te e me (a parte il cristianesimo cattolico dogmatico, al quale non faccio obiezioni di sorta perché si trova fuori del mio campo visivo). Insomma, vi è un vasto territorio sul quale possiamo camminare, oggi come ieri, insieme, tenendoci .la mano. Vengo ora a1 punti sui quali mi pare che non ci è possibile andare d'accordo. 419 Biblioteca Gino Bianco

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