Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Carissimo, Discussioni con un cattolico sincerd (Lettera a un amico di Bari) Leverett House, H-21, Cambridge (Mass.), 21 ottobre 1946. fu una gran festa per me leggere la tua lettera del 28 agosto. Ritro– vai in essa tutto te stesso, col tuo passato. E mi parve di essere ritornato a piu che trenta anni or sono. La persona, a cui tu accenni sul princ1p10 della tua lettera, mi scrisse or è un anno una lettera a base di gargarismi rivoluzionari - quei gargarismi che sono il pasto quotidiano dei piccoli borghesi intellettuali meridionali, scombinati e inconcludenti. Gli risposi in termini piuttosto generici, dato che non ricordavo di averlo mai conosciuto. Ritornò a scrivermi un altro paio di volte, propinandomi gli stessi gargarismi. Non gli risposi, visto che non ho tempo da perdere. Come vedi, non è certo da quella parte che poteva la tua personalità essere diminuita nel mio pensiero e nel mio affetto. Sono stato assai contento di leggere nella tua lettera che tu metti uo– mini come me fra i "cristiani." Giuseppe Donati mi soleva dire lo stesso. Io stesso, quando debbo spiegare quali sono le basi della mia fede morale, rispondo senza esitazione che sono "cristiano." E se la gente mi domanda che mi spieghi meglio, dichiaro che sono cristiano perché accetto incondi– zionatamente gli insegnamenti morali di Gesu Cristo, e cerco di praticarli per quanto la debolezza della natura umana me lo consente; quanto ai dogmi, che sono andati sovrapponendosi nei secoli agli insegnamenti morali di Cristo, non me ne importa proprio nulla; non li accetto, non li respingo, non li discuto: la mia fede in certe norme di condotta morale non dipende dal credere che Cristo era figlio di Dio. Vi sono canaglie che credono alla 1 Pubblicata, con questo titolo e sottotitolo e con l'omissione dei primi due e degli ultimi due capoversi, in "Belfagor," Firenze, maggio 1947, pp. 350-55, e riprodotta in "La controcor– rente," Boston, settembre 1947; ripubblicata, da una copia dattiloscritta inviata da Salvemini a Gino Luzzato, con l'omissione degli ultimi tre capoversi e col titolo Cristianesimo e clericalismo, in "L'astrolabio," Roma, 10 marzo 1%4, e di qui riprodotta in Lettere dall'America, 1944-46, a cura di A. Merola, Bari, 1967, pp. 389-98. Il destinatario della lettera, Giovanni Modugno di Bitonto (1880-1957), professore di filosofia e pedagogia nell'istituto magistrale di Bari e autore di numerosi scritti pedagogici, era stato uno dei piu cari amici politici di Salvemini, collaboratore dell'"Unità" e sostenitore della candidatura salveminiana nel collegio di Bitonto nelle elezioni del 1913. In seguito era divenuto cattolico praticante. [N.d.C.] 418 BibliotecaGino Bianco

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