Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Il Vaticano e il fascismo pre nuove grandezze Patria diletta, per vostro governo piu compatta e forte. "' 5 L'8 dicembre 1935, il vescovo di Civita Castellana, parlando in pre– senza di Mussolini, ringraziò Dio per "avergli permesso di vedere quei giorni epici che consacrarono la nostra unità e la nostra fede." Il vescovo di Nocera Umbra scrisse in una lettera pastorale ai fedeli della sua diocesi: "Come cittadino italiano io considero questa guerra giusta e santa.,, Il vescovo di Siena salutò "l'Italia, il nostro grande Duce e i nostri soldati che stanno per riportare la vittoria per la verità e la giustizia." Il vescovo di San .Miniato dichiarò che "per la vittoria d'Italia il clero era pronto a '·•fondere l'oro delle Chiese e il bronzo delle campane." Il piu ripugnante di tutti fu il cardinale Schuster, arcivescovo di Milano, che pretese di dare -il carattere di crociata a quella guerra criminale. Il 3 marzo del 1936 fu mobilitata anche la Madonna - la dolce Madonna che è per il popolo italiano il simbolo dell'amor materno, della bontà e della pietà. Un'immagine della Madonna fu portata da Pompei a Napoli da una folla di veterani, mutilati, madri e vedove di caduti nella guerra mondiale - tutti sanno come obbligati a marciare in regime fascista -, mentre aeroplani facevano cadere foglietti che glorificavano la Vergine Maria e la vittoria delle armi italiane. L'arcivescovo di Napoli, cardinale Ascalesi, saH sul carro che portava l'immagine e benedi la folla. Furono queste benedizioni religiose o manife– stazioni politiche? Durante la guerra contro l'Abissinia del 1895-1896 nes– sun vesco~o benedisse i soldati italiani che partivano per la guerra. A quel tempo il Vaticano non aveva inghiottito 1 miliardo e· 750 milioni di lire f " " 1 " " . 1· Q e non aveva ancora atto causa comune co governo 1ta iano. uesta era la differenza. "I vescovi non sono il Vaticano." È vero, non sono il Vaticano. Ma secondo il concordato del 1929 i vescovi italiani dovevano astenersi da ogni attività politica, e il papa aveva assunto l'obbligo di impedire ai ve– scovi di violare quell'impegno. Dunque Pio XI durante la guerra etiopica fu responsabile per le attività politiche dei vescovi italiani. Naturalmente Mussolini trovò che quelle attività politiche non erano politiche dal momento che facevano comodo a lui. Su questo Pio XI, come su tanti altri punti, fece causa comune con lui. C'è qualcosa di piu. Pio XI in persona secondò la politica di Musso– lini nella guerra etiopica. In un discorso del 27 agosto 1935, Pio XI disse, è vero, che l'idea della guerra lo faceva inorridire, ma affermò anche che una guerra difensiva, o una guerra necessaria per l'espansione di una crescente popolazione sarebbe stata giusta. Erano precisamente questi gli argomenti· di cui la propaganda fascista faceva uso per giustificare la guerra che Mus– solini aveva deciso fino dal 1933. Il papa non contraddisse quegli argo– menti, ma si limitò a sperare che la guerra fosse evitata. Il 7 settembre, mentre la Società delle Nazioni discuteva la questione etiopica, il papa an– cora una volta prese la -parola in pubblico per far sapere che egli pregava ts "L'osservatore romano," 6 settembre 1935. [N.d.C.] 411 Biblioteca Gino Bianco

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