Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Il Vaticano e il fascismo stato non al "regime fascista," ma al "governo dello Stato," uno "Stato" che avrebbe anche potuto non essere fascista; e per conseguenza i profes– sori erano informati che potevano giurare di educare i loro alunni nella devozione "al regime fascista," la cui dottrina, ricordiamolo bene, era incom– patibile colla dottrina cattolica, purché lo prestassero con la riserva mentale che escludeva "i diritti di Dio e della Chiesa." Che cosa era questo se non fare causa comune in tutte le materie in cui "i diritti di Dio e della Chie– sa" non erano in questione? Condannare la "dottrina" fascista e la "politica ecclesiastica fasci– sta," e nello stesso tempo cooperare col regime fascista, questa è stata la tecnica del Vaticano dal 1922 al 1943. I difensori del Vaticano pretendo– no che gli italiani si ricordino solamente delle condanne e dimentichino la cooperazione. Troppo comodo! 4. "La guerra etiopi'ca" Lo scrittore de L'i'dea ha lo stomaco di affermare che non vi fu cau– sa comune fra il Vaticano e il fascismo neanche nella guerra etiopica! A dire il vero egli "non trova difficoltà" ad ammettere che "qualche vescovo abbia potuto fare dichiarazioni intemperanti." Ma "in genere, i vescovi, allora, si sono limitati ad affermazioni religiose." "Essi non hanno benedetto la guerra, ma i loro carissimi figliuoli che andavano ad esporsi ad un grave pericolo." "Non è la benedizione un atto squisitamente reli– gioso? " E poi "i vescovi non sono il Vaticano." Anzitutto non si trattò di "qualche" vescovo. In un articolo pubblica– to nel 1937 13 io contai non meno di 7 cardinali, 29 arcivescovi e 61 vesco– vi che si fecero avanti ad espettorare la loro adesione alla guerra di Musso– lini, e la lista fu tutt'altro che completa perché avevo potuto consultare non piu di tre quotidiani stampati in Italia ed un settimanale antifascista che si stampava a Parigi.1 4 E non si trattò di semplici benedizioni religio– se. Si trattò di vere e proprie manifestazioni di consenso alla guerra di Mus– solini. Il 5 settembre 1935, proprio nel giorno in cui la Società delle Na– zioni doveva iniziare la discussione della questione etiopica, un congresso nazionale eucaristico fu tenuto a Teramo, al quale intervennero un legato pontificio, 19 arcivescovi e 57 vescovi. Quei signori scelsero proprio quel momento per tenere quel congresso. E proprio in quel momento, quel con– gresso eucaristico votò per acclamazione un messaggio a Mussolini che diceva: "L'Italia cattolica [...] prega Gesu Eucaristico per prosperità di sem- 13 The Vatican and the Ethiopian War, in "Christendom," Chicago, Winter issue, 1937. Cfr. anche Il Vaticano e la guerra etiopica, in "Giustizia e libertà," Parigi, 18 e 25 settembre, 2, 9 e 23 ottobre, 6 e 20 novembre 1936; e Pio XI e la gue"a etiopica, in appendice a Opere, III, 3, Preludio alla seconda guerra mondiale, a cura di A. Torre, Milano, 1967, pp. 741-63 (dove i vescovi che si dichiararono favorevoli alla politica etiopica di Mussolini, elencati in ordine alfa– betico di sede, salgono a 75: p. 754). [N.d.C.] 14 "Giustizia e libertà." [N.d.C.] 410 BibliotecaGino Bianco

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