Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Il Vaticano e il fascismo di complicità nello scatenamento di questa guerra. Noi scrivemmo: "Il popolo italiano non accusa il Vaticano e la gerarchia ecclesiastica italiana per aver causato la guerra presente, ma solamente per aver fatto causa comu– ne con la dittatura fascista durante venti anni, e perciò di avere una parte di responsabilità nelle sofferenze e nel disastro del paese. Il Vaticano e la gerarchia ecclesiastica mietono oggi quanto hanno seminato in Italia ne– gli ultimi venti anni." Lo scrittore de L'idea non solo credé suo dovere "difendere il Santo ·· Padre" smentendo che il Vaticano abbia originato tre guerre, ma negò che il Vaticano abbia per anni ed anni fatto "causa comune" col regime fascista italiano. I suoi argomenti meritano di essere esaminati uno per uno. I. "Molti discorsi di Pio XI contro la politica di Mussolini e del fascismo" Questi discorsi possono sembrare "molti" a chi avrebbe desiderato una piu incondizionata cooperazione fra Pio XI e Mussolini, e possono sembra– re "pochi" a chi condannò quella cooperàzione. Essi però non servono a chi pretende di far credere che nessuna cooperazione abbia avuto luogo. Due persone possono dissentire su alcuni punti, e possono fare causa comune su molti altri punti. Don Sturzo dissenti dal fascismo su tanti punti, che non fece mai causa comune con esso. Pio XI dissenti su alcuni punti, ma fece causa comune su molti altri. Questa è la differenza. Pio XI criticò il fascismo solamente in quanto alcuni punti della sua dottrina contrastavano colla dot– trina cattolica e criticò solamente la politica "ecclesiastica" di Mussolini quando essa non concordò con la dottrina cattolica. Egli non criticò mai la politica interna e internazionale di Mussolini all'infuori di quei confini. Le prove della cooperazione fra Pio XI e Mussolini sono tante, che ci vorrebbe un intero libro per enumerarle. Basterà ricordarne alcune. a) Nel gennaio 1923, il cardinal Gasparri, segretario di stato di Pio XI, ebbe un colloquio segreto con Mussolini nella casa del conte Santucci, presidente del Banco di Roma. Convennero che era necessario risolvere la questione romana, e per giunta Mussolini s'impegnò a salvare dal fallimento, a spese del contribuente italiano, il Banco di Roma, al quale molte istitu– zioni cattoliche italiane e prelati del Vaticano avevano affidato i loro ca– pitali. Si disse che quel colloquio costò un miliardo e duecento milioni al contribuente italiano. Forse un giorno conosceremo la cifra esatta. Ma milione di piu, milione di meno, quello che importa è che Pio XI e Mus– solini fecero "causa comune" per salvare il Banco di Roma. b) Il 21 febbraio 1923 il cardinale Vannutelli, decano del Sacro Collegio, fece pubblico omaggio a Mussolini, "acclamato già in tutta Ita– lia restauratore delle sorti della Patria,." ed espresse l'augurio che potesse "condurre a felice termine il poderoso compito che con senno e coraggio 405 Biblioteca Gino Bianco·

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=