Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

La politica ecclesiastica nell'Italia di domani me, lei non si sposa in chiesa? Non sa lei che la religione cattolica è la religione dello stato? Non sa lei che rifiutando di sposarsi in chiesa dimostra di non essere fedele alla religione dello stato, e quindi allo stato e quindi al Duce? Ci pensi su. Ritorni domani." La persona che si mette cos1 in ballo, quando torna a c,_asa trova due militi che gli ripetono il discorso che ha sentito al municipio. Non gli resta che andare a sposare in chiesa. Questo è dovuto ad accordi .non ufficiali fra il Vaticano e il governo. Questa prepotenza illegale e immorale deve cessare immediatamente. I fun– zionari che si rendano colpevoli di quelle pressioni, debbono esser processa– ti e condannati per abuso di potere e destituiti. Pochi esempi basteran– no. Bisogna che il clero cattolico si contenti su questo terrsno di quanto la legge fascista gli ha concesso e non cerchi per vie traverse di ottenere di piu. E sarà bene che i governanti della repubblica italiana siano assoluta– mente incrollabili su questo punto, pur eseguendo la legge quale è oggi. Pochi esempi basteranno a mettere fine anche alle minacce, a cui sono espo– sti coloro che vanno a denunciare i neonati allo stato civile senza averli fatti prima battezzare. Un punto in cui la legge attuale deve essere abolita senz'altro, è quel– lo che ha trasferito dall'autorità giudiziaria alle autorità ecclesiastiche la giurisdizione per gli annullamenti di matrimonio. Il cattolico che vuol fare annullare il suo sacramento dalla autorità religiosa, è nel suo diritto. Ma il matrimonio, in quanto è contratto civile, è sotto la giurisdizione del– la magistratura civile e non può essere annullato che da questa. Ognuno per la sua strada. Un altro problema che certamente sorgerà e provocherà contrasti viva– ci, sarà quello del divorzio. Anche in questo campo i cattolici debbono ri– nunciare a imporre la loro volontà ai non cattolici e a coloro che si sono divisi o intendono dividersi dalla Chiesa cattolica. Una legge che introdu– cesse il divorzio anche in Italia, non obbligherebbe nessun cattolico con– vinto a divorziare, ma darebbe la facoltà ai non cattolici o ai cattolici in– differenti di divorziare. Il problema non è però né vitale, né urgente. Le donne nell'Italia me– ridionale sono quasi tutte ostili al divorzio. Sfidarle su questo terreno è rendersele nemiche. Dato lo stato di civiltà delle popolazioni italiane rurali, cht: formano la metà della popolazione, il divorzio dovrebbe essere intro– dotto con grandi cautele. Né sarebbe opportuno sollevare il problema imme– diatamente, a furia di decreti dittatoriali nel periodo del governo provvi– sorio. Questo avrà ben altre gatte da pelare di urgenza. IX. Insegnamento religioso Un problema che non potrà non essere affrontato è quello dell'inse– gnamento religioso nelle scuole. Noi italiani sappiamo in quale stato di miseria intellettuale era l'Ita- 402 BibliotecaGino Bianco

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