Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

La politica ecclesiastica nell'Italia di domani sarebbe un obbligo assunto dal governo per effetto di un concordato col papa. Sarebbe un obbligo implicito nella nozione di libertà. D'altra parte questa nozione di libertà e la separazione dello Stato dalla Chiesa creano la necessità di parecchie riforme nella legislazione ecclesia– stica. Sotto un regime di· separazione il diritto di organizzazione e di pro– paganda religiosa è riconosciuto a tutte le confessioni religiose senza privi– legio per nessuna. Il governo tratta le associazioni religiose come tutte le altre, commerciali, industriali, bancarie, operaie, sportive, educative, coope– rative, ecc. Le associazioni religiose vivono come meglio sanno e possono in un regime di libera concorrenza. Nessuna lotta religiosa. Nessuna persecuzio– ne. Nessun atto di violenza materiale o anche morale. Ma nessun privil~– gio per nessuno. Ognuno se ne va al paradiso o all'inferno per la strada che piu gli conviene. Chi ha miglior filo tesse miglior tela. Quindi nessu– na ingerenza negli affari della Chiesa. Niente giuramenti di fedeltà imposti ai vescovi. Niente intese preliminari nelle nomine dei vescovi e dei parroci. VII. Proprietà ecclesiastica Naturalmente, nel passare dal presente regime concordatario a quello di separazione, sarà necessario risolvere il problema della proprietà ecclesiastica. Questo problema passò dagli antichi regimi preunitari al regime libero dell'I– talia politicamente unita, e dal regime libero al regime fascista. Bisognerà liquidare una buona volta questa annosa eredità. Il clero in Italia ha tre sorgenti di reddito, oltre le offerte libere dei fedeli: 1) sussidi governativi; 2) interessi del debito pubblico intestati ai vescovi e ai capitoli; 3) beni parrocchiali. I sussidi governativi dovrebbero essere aboliti senz'altro. Chi sente il bisogno del culto, se lo paghi da sé. Le proprietà vescovili, capitolari e parrocchiali dovrebbero essere lascia– te ai loro utenti, salvo il loro dovere di pagare le tasse come tutte le altre associazioni private, e salvo i provvedimenti legislativi che in regime demo– cratico possono mettere limiti agli abusi della proprietà privata o magari abolirla del tutto in regime socialista. Oltre al clero secolare, cioè ai vescovi e al clero da essi dipendente, vi è il clero regolare, cioè quello organizzato nelle congregazioni religiose. Queste hanno ottenuto dal governo fascista molti favori che debbono es– sere senz'altro revocati. Esse dovrebbero essere soggette alle stesse leggi di ogni altra associazione privata. A somiglianza delle altre associazioni pri– vate, potrebbero domandare o non domandare il riconoscimento giuridico col conseguente diritto di possedere. A somiglianza delle altre associazioni private, sarebbero soggette alle leggi con cui una democrazia non può non limitare quegli eccessi di ricchezza individuale o corporativa, che possano rappresentare una minaccia per il resto della comunità. 400 BibliotecaGino Bianco

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