Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

La politica ecclesiastica nell'Italia di domanj · lo che esiste fra la repubblica di San Marino e l'Italia. Se il papa rifiutasse di negoziare, la repubblica dovrebbe lasciarlo dov'è, a godere di fatto tutte le concessioni che essa sarebbe disposta a fargli. Quei rapporti taciti di buon vicinato, çhe erano andati sviluppandosi sotto i pontificati di Pio X e di Benedetto XV, rappresenterebbero, probabilmente, la migliore soluzione del problema per entrambe le parti. Ma se il Vaticano ritornasse alle ostilità del tempo di Pio IX e Leo– ne XIII ed incitasse i cattolici di tutto il mondo contro l'Italia, allora la repubblica italiana dovrebbe risolutamente reagire contro quella ostilità. Chi vuole la guerra, deve accettare le conseguenze della guerra. E se il papa ritenesse di dovere trasportare altrove la sua sede, il governo della repubblica dovrebbe fargli tutti i possibili ponti d'oro. Potrebbe un prigioniero dirsi piu prigioniero quando i suoi presunti carcerieri lo aiuterebbero ad uscire di prigione? Naturalmente, le eventuali reazioni alla ostilità del papa non dovrebbe– ro essere irragionevoli e sproporzionate. Bisognerebbe che lo spirito pubblico in Italia e fuori d'Italia fosse preparato a dare ragione alla repubblica italia– na quando questa perdesse la pazienza. Non dovrebbe esserci fretta. Roma non fu fatta in un giorno. V. Il concordato Mentre sulla questione dei rapporti fra il Vaticano e l'Italia, l'Assem– blea costituente della repubblica dovrebbe dichiararsi pronta a negoziare un trattato bilaterale di buon vicinato fra la Città Vaticana e l'Italia, sul pro– problema delle relazioni fra Stato e Chiesa, l'Assemblea costituente, se la mag– gioranza di essa appartenesse ai gruppi democratici, non avrebbe da dirr che una sola parola: "separazione." In conseguenza, il concordato del 1929 sarebbe annullato dalla prima all'ultima parola, senza negoziati di nesnun genere. Un concordato fra il Vaticano e un governo secolare, quale che ne sia il contenuto, implica sempre nel papa il diritto, riconosciutogli per trattato bilaterale, di intervenire nei rapporti fra il governo concordatario e i suoi cit– tadini di fede cattolica. Questi acquistano il privilegio legale di essere rap– presentati e protetti dal papa nei loro rapporti con altri cittadini, e sono assoggettati legalmente al dovere di obbedire non solo al governo secolare del loro paese ma anche al papa. Gli altri cittadini sono esclusi da quel pri– vilegio e da quel dovere. Una democrazia che abolisce l'eguaglianza di diritti e di doveri fra i cittadini e riconosce giuridicamente a una parte di essi il dovere di obbe– dire a una autorità estranea e il privilegio di essere rappresentati e protetti da un'autorità estranea, non è piu democrazia. I cattolici italiani obbediscano, se vogliono, alla volontà del papa, cos1 come i soci della Terza Internazionale eseguiscono puntualmente gli ordini del Comintern. Questo è affare loro. Ma i comunisti non possono 398 BibliotecaGino Bianco

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