Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

La politica ecclesiasticanell'Italia di domani piu difficile del passaggio dal regime fascista al regime repubblicano, cioè nel momento in cui molti altri problemi piu urgenti e piu vitali battereb– bero alle porte d'un paese rovinato da venti anni di fascismo e da una spa– ventosa catastrofe. I cattolici degli altri paesi sarebbero privati di qualun– que pretesto per intervenire negli affari italiani. Non bisogna aver fretta. La gatta frettolosa fece i gattini ciechi. In attesa dell'ora in cui la Costituente affronterebbe il problema, esso sarebbe discusso nella stampa, nelle associazioni politiche, fra gli uomini politici. Su quello come sugli altri problemi essenziali della vita italiana, si affronteranno i partiti. Cattolici e democratici prenderebbero posizioni nette. O con la democrazia o contro. Niente metà e metà. La maggioran– za del popolo italiano deciderebbe. La Costituente trasformerebbe in for– mule legali il mandato ricevuto dalla maggioranza. IV. La Città del Vaticano Nel risolvere· il problema, i partiti democratici della repqbblica italiana commetterebbero un grave errore se alterassero la situazione giuridica del . papa. Dal 1870 al 1929 il governo italiano non esercitò mai di fatto nessu– na giurisdizione su quella piccola area di cinquanta ettari che porta oggi il nome di Città Vaticana. Nel 1929 il papa fu riconosciuto proprietario e sovrano su quell'area. In conseguenza, poté emettere francobolli e cartoli– ne postali, e la fece finita con le lamentazioni sulla propria prigionia. Fuo– ri d'Italia arcivescovi, vescovi, preti, monache e frati smisero anche loro di piangere sulla prigionia del papa. Varrebbe la pena di buttare per aria questa che in fondo fu una vit– toria italiana sul Vaticano? O il papa deve rimanere dov'è come proprie– tario e sovrano di quei cinquanta ettari, o ne deve essere cacciato via a viva forza? Che cosa ci guadagnerebbe la neonata repubblica italiana da que– sta seconda soluzione del problema? Crediamo che il resto del mondo ap– plaudirebbe o fischierebbe? Sarà la repubblica democratica italiana in grado di ignorare le opinioni degli altri paesi, e specialmente dell'Inghilterra e degli Stati Uniti? A me pare che per ogni uomo di buon senso fare la do– manda è anche dare la risposta. La politica è l'arte del possibile, non è la frenesia del desiderabile. I gruppi democratici dovrebbero dare alla Costituente della repubbli– ca il mandato di adottare il cos1 detto "Trattato di conciliazione" del 1929 per quanto riguarda la esistenza della Città del Vaticano come stato indipen– dente, ma ripudiarne tutte le clausole che hanno creato fuori della Città del Vaticano, nel territorio italiano, istituti incompatibili con la costituzio– ne democratica della repubblica italiana. Su questa base la repubblica italiana dovrebbe dichiararsi pronta a ne– goziare col Vaticano un trattato bilaterale di buon vicinato analogo a quel- 397 Biblioteca Gino Bianco

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