Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Intervista sui pattì del Laterano al clero tutto ciò che esso pretende, secondo il diritto canonico. Anche Pio XI potrebbe, un bel giorno, assumere questa posizione. Mi sembra che, per alcuni di loro, r abrogazione del concordato non significhi la revisione delle leggi· concordatarie, per far cessare ogni privilegio a favore della Chiesa. Essi vorrebbero conservare tutti i privilegi attuali e aggiungerne altri. L'abrogazione del concordato libererebbe la Chiesa da ogni obbligo verso lo Stato, mentre la revisione delle leggi concordatarie concederebbe al clero cattolico altri privilegi ancora. 3. Pensa che l'abrogazione del concordato prot1ocherebbe turbamento spi.– rituale e disordini politici, piu o meno immediati, nella penisola? Della popolazione italiana, soltanto un quinto è cattolico, intendendo con questa parola i cattolici militanti. I tre quinti, sebbene battezzati nella Chiesa cattolica, sono indifferenti. L'altro quinto è acattolico o anti-cattolico. Io credo che, anche fra i cattolici militanti, non sarebbero molti quelli che si lascerebbero prendere dalla disperazione in caso di denuncia del con– cordato. Cosa vuole che interessi a un contadino (e la massa dei cattolici è formata da contadini del Nord e del Centro) sapere se il tal prete, con– dannato alla prigione,. debba espiare la sua pena in stabilimenti comuni o in luoghi riservati? I privilegi concessi al clero dal concordato sono quasi tutti di questo genere. Piu si analizza questo documento, e piu si deve riconoscere che Pio XI e il cardinal Gasparri devono essere dotati di ben scarsa intelligenza, se hanno potuto credere di rafforzare il sentimento religioso con l'aiuto di ridicoli privilegi medievali. Non credo che assisteremo in Italia ad un serio conflitto intorno al concordato. Il pericolo non è la resistenza dei cattolici, ma le vendette de– gli anticlericali. Questi risusciteranno una lotta che, nei vent'anni precedenti il fascismo, si andava attenuando. 4. Non crede che una Francia t1eramente laica sarebbe l'ostacolo piu effi– cace ai tentatit1i tJaticaneschi di risollet1arela questione romana o di taglieg– giare i'n altro modo il nuot10 stato italt'ano, per fargli espi.areil suo laicismo? Non sopravvalutiamo l'influenza del papato. Durante la grande guerra il papato poteva ferirci solo con le intenzioni. Esso non esercita l'in– fluenza che pretende. Bismarck chiamava Leone XIII "Sire," e questo al papa bastava. 5. Non ritiene dunque che il clericalismo e ti laicismo si'ano ancora problemi di attualità? Il problema sarà di attualità finché vi sarà una Chiesa cattolica che pretende di godere di un regime di monopolio o almeno di preminenza. Ma non bisogna prenderlo tragicamente. 386 BibliotecaGino Bianco

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