Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Cattolicismo e democrazia sene a Londra: fatto su cui possono ripetersi tutte le stesse osservazioni che su quello del luglio 1923. Le esperienze di don Sturzo sono due. E sono significative perché ci troviamo con un uomo, il cui carattere morale, la cui intelligenza robusta, e il cui coraggio personale - questo è importante assai I - sono fuori discussione. Dunque non si può dire che l'uomo dis– simulò agli altri, e magari a se stesso, sotto la cortina dell'" obbedienza filiale" al papa - si dice cosf, vero? - la sua prudenza morale, la sua -:~onfusioneintellettuale, la sua paura fisica. No, questi fattori non debbono entrare nel conto. Il solo fattore determinante fu l'" obbedienza filiale" - intesa quale si usava nella famiglia romana, che non era istituzione ... demo– cratica. I fattori, che non si debbono prendere ~n bilancio quando si tratta di don Sturzo, si debbono purtroppo prendere in bilancio quando si tratta dei "laici" De Gasperi e C. 1 Lei si immagini se io ho voglia di difendere questi molluschi. Ma siamo giusti anche con loro: crede Ella che la poli– tica di Pio XI non abbia contribuito potentemente a renderli piu molluschi che mai? Questo è il lato piu atroce dell'insegnamento morale quale è impartito dai papi e dal clerb: che esso sviluppa i lati vili della natura umana, avvezzandola a non sentire le proprie responsabilità, ma a mettere le decisioni finali nelle mani di un sacerdozio, che non dà il consiglio dell'amico, ma dà l'assoluzione o la condanna del giudice. È solo dopo essere vissuto in paesi protestanti, che io ho capito pienamente quale disa– stro morale sia per il nostro paese non il "cattolicismo" astratto, che com– prende 6666 forme di possibili cattolicismi, fra cui quelle di san Francesco e di Gasparone, di Savonarola e di Molina, di santa Caterina e di Ales– sandro VI, ma quella forma di "educazione morale," che il clero cattolico italiano dà al popolo italiano e che i papi vogliono sia sempre data al popolo italiano. È questa esperienza dei paesi protestanti che ha fatto di me non un anticlericale, ma un anticattolico: non darei mai il mio voto a leggi anticlericali ( cioè che limitassero i diritti politici del clero cattolico o vietassero l'apostolato cattolico); ma se avrò un solo momento di vita nell'Italia liberata dai Goti, quell'ultimo momento di vita voglio dedicarlo, come individuo libero, alla lotta contro la fede cattolica. Se morirò avendo distrutto nel cuore di un solo italiano la fede nella Chiesa cattolica, se avrò educato un solo italiano a vedere nella Chiesa cattolica la pervertitrice sistematica della dignità umana, non sarò vissuto invano. Un ultimo punto. Ella scrive sulla fine della sua lettera che oggì i democratici cristiani italiani rimangono quelli di ieri. No, caro Ferrari, non si faccia questa illusione. Don Sturzo, Lei, Donati nel 1929 perdettero una meravigliosa opportunità: non protestarono contro il concordato. Don Sturzo tacque: non è detto che "chi tace consente," la verità è che "chi tace non dice niente"; tacendo, don Sturzo si dimise per la terza volta, e definitivamente, da uomo politico italiano; domani non potrà parlare piu; questo è uno dei piu grandi dolori che io abbia avuto in questi anni non lieti: vedere un cos1 bel capitale distrutto per un paese, che di capitali non ne ha molti; se domani don Sturzo ritornasse sulla scena, dovrebbe 381 Biblioteca Gino Bianco

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