Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Cattolicismo e democrazia pervert1t1 (Motta,4 SeipeI5).C'è di peggio. Ben raramente quei democratici, dopo essere stati condannati, o stroncati sotto mano, o deviati dalle abilità volpine della curia romana, ben raramente, dico, si sono apertamente ribel– lati (Lamennais, Daens); la regola è che hanno accettato in silenzio la propria rovina (Sturzo). Questo dipende da un fatto, che secondo me è fondamentale nella storia della Chiesa. Dal 1870 è cominciata una nuova evoluzione nel dog- : ..ma della infallibilità pontificia. Il papa non è piu solamente infallibile quando parla ex cathedra; tende a diventare, per giunt~, dotato sempre di "una speciale assistenza dello Spirito Santo," sempre (salvo, naturalmente, quei momenti in cui fa pipf: ma anche per questo nuovo sviluppo non manca per l'avvenire qualche piccola speranzella). A questo nuovo dogma, che è ancora allo stato flutt1:lante, ma di cui Pio X e Pio XI hanno già definito le linee fondamentali (ho raccolto documenti assai caratteristici), i democratici alla don Sturzo e alla Ferrari non hanno mai dato nessuna adesione consapevole; ma inconsapevolmente ne subiscono il fascino e ne sono paralizzati nella loro opera. Forse occorre fare su questo terreno una differenza fra don Sturzo e Ferrari: il primo, prete, ne è piu paralizzato che il secondo, laico. · Per climostrare che io ho torto in queste ultime affermazioni, Ella, caro Ferrari, dovrebbe essere in grado di rispondere affermativamente alle seguenti domande: Dato il caso che in Italia, domani, cadesse il fa– scismo, che cosa farebbero uomini come don Sturzo e Ferrari? Si darebbero ad organizzare in Italia un nuovo partito, non dandogli il nome equivoco di "partito popolare" - formula che può essere interpretata tanto come partito di forze democratiche (del popolo), quanto come "organo di azione sociale nel popolo" (vedi Graves de commum), ma chiamandolo senz'altro "democratico-cristiano" per affermare non solo il suo carattere inequivoca– bilmente democratico (e cosf escluderne tutti i Crispolti), ma per affermare nello stesso tempo quella ispirazione religiosa cristiana che crea nel papa un diritto di controllo su di esso, secondo la dottrina ecclesiastica? E poi– ché la esperienza della autonomia che non era ufficialmente dichiarata, ma di cui praticamente si tentava la conquista, ha dato cattiva prova nel partito popolare, avrebbero don Sturzo e Ferrari lo stomaco di far dichia– rare esplicitamente al loro partito che esso afferma assolutamente la pro– pria autonomia da ogni ingerenza delle autorità ecclesiastiche? E poiché il confine fra politica e religione è... discutibile, avrebbero don Sturzo e Ferrari il fegato di dichiarare che la definizione dei confini non spetta al papa, ma spetta alle autorità dirigenti del partito? E se il papa condannasse questa "politica autenticamente ed esplicitamente democratica," don Sturzo 4 Giuseppe Motta (1871-1940), cattolico conservatore svizzero, piu volte presidente della Confederazione dal 1915 al 1937. [N.d.C.] s Jgnaz Seipel (1876-1932), sacerdote e professore universitario austriaco, presidente del par– tito cristiano-sociale, al quale dette un indirizzo nettamente antisocialista, e cancelliere federale nel 1922-24 e 1927-29. Represse la sommossa viennese del luglio 1927 favorendo il movimento delle Heimwehren. [N.d.C.] 379 Biblioteca Gino Bianco

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