Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Cattolicismo e democrazia esperienza storica, quale finora si è sviluppata, la politica democratica di Ferrari è una "pretesa politica cattolica," mentre quell'altra è la "politica cattolica," in quanto è la politica ufficialmente adottata e teorizzata da tutti i papi, ad eccezione· di Benedetto XV, che non adottò e approvò la politica di Ferrari, ma solo le lasciò fare le sue prove, forse perché la cre– deva utile per il momento, forse perché la tollerava come un male minore, mentre nessuna prova esiste che la ritenesse una politica da approvarsi come ideale. (Leone XIII non fa, secondo me, eccezione alla regola, perché egli si rimangiò la Rerum novarum con la Graves de communi: le sue velleità democratiche durarono dieci anni, I'espace d'un matin). Non solo la poli– tica opposta a quella di Ferrari è storicamente la politica esplicita di tutti i papi degli ultimi 150 anni (se si fa eccezione per la politica non chiara di Benedetto XV), ma quella è stata la politica seguita, in obbedienza agli ordini dei papi, dai 999 millesimi dei cattolici europei (l'azione socia– le dei cattolici tedeschi non è stata mai nelle intenzioni azione democra– tica secondo la Rerum novarum, ma "azione cattolica nel popolo" - be– neficenza o tutt'al piu assistenza sociale - secondo la Graves de communi; ed è stato lo sviluppo del movimento operaio e l'aculeo della controversia coi socialisti, che ha permeato il movimento cattolico tedesco di correnti realmente democratiche, che i pezzi grossi del Centro hanno sempre cer– cato di tener a freno, e non hanno mai consentito diventassero prevalenti). Dunque nel campo delle astrazioni i cattolici alla Pio XI possono dire che la politica di Ferrari è la "pretesa politica cattolica," e Ferrari può dire che quella di Pio XI, e non la sua, è "la pretesa politica cattolica"; ma la esperienza storica dimostra che la politica cattolica - la reale po– litica cattolica - quella che conta - è quella di Pio XI, e quella di Fer- ' 'l" ,, rari e a pretesa. Ciò posto, la mia rettifica di tiro è la seguente: la "politica cattoli– ca," non quella che ciascuno può costruire in sistema teorico col solo aiuto della ragione ragionante, ma quella che la esperienza ci addita come la politica sistematica dei papi, dell'alto clero e della enorme maggioranza di quel basso clero e di quei politici che seguono la guida dell'alto clero, questa "politica cattolica" è in contrasto con la democrazia. Questa affermazione non esclude un altro fatto: che vi sono sempre stati, in questi ultimi 150 anni, dei cattolici che non hanno approvato la politica ufficiale della Chiesa, ed hanno cercato di far prevalere una poli– tica democratica. Ma non è lecito affermare questo fatto senza accoppiarlo con un altro: che quei tentativi di cattolici sono stati sempre o espli– citamente condannati (Lamennais, democratici cristiani 1901-1904, Sil– lon2) o slealmente stroncati (don Sturzo, abate Daens 3 ecc.) o abilmente 2 Nome di una rivista cattolica francese ("Il solco"), assunto dopo il 1902 anche dal mo– vimento democratico-cristiano fondato dal suo direttore, Mare Sangnier (1873-1950), e condannato da Pio X nel 1910. [N.d.C.] 3 Cfr. nota 22 a p. 30. [N.d.C.] 378 BibliotecaGinoBianco

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