Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Cattolicismo e democrazia stinguibile. Sorse cosi un movimento, il cui risultato necessario doveva esser quello di ricondurre la Chiesa al carattere di società relt'giosa e di toglierle quei poteri civili che essa aveva fatti propri in mancanza di altri istituti capaci di esercitarli. Era naturale che, fin dall'inizio di siffatto movimen– to, in · seno alla Chiesa stessa si manifestassero opposte tendenze, le une ·· favorevoli al graduale abbandono delle funzioni politiche dianzi esercitate, le altre preoccupa-te di difendere i pretesi "diritti della Chiesa, 11 anche in seno ad una società ·1a cui progrediente organizzazione civile toglt'eva a cotali diritti ogni giustificazione politica e giuridi'ca. Le due tendenze restarono nell'interno della Chi'esa, anche quando il dùtacco delle nazioni germaniche dal cattolicùmo ebbe condannato per due secoli alla impotenza i partigi'ani del disimpegno politico della Chiesa. Nel secolo XVIII e nel XIX il contrasto si drammatizzò di bel nuovo, dal giorno i'n cui in Francia lo stato rivendicò la sua autonomia, non piu come prerogati·va personale del re cristianùsimo, ma come diritto primordi'ale della organizzazione giuridica di una nazipne libera di disporre dei propri destini'. In Italia, quel contrasto, che fu tragedia vùsuta dagli spiriti pi.u illuminati del XIV, del XV, del XVI secolo, riapparve dal di che fu posto il problema dell'unione delle di'verse genti italiane in un unico stato. E questo contrasto non si manifestò solamente al di' fuori della Chiesa, nel– la lotta condotta da non credenti per togliere al clero il potere politi'co da esso indirettamente esercitato a mezzo delle sedi'centi monarchie cattoliche. Il contrasto si manifestò e si perpetua tuttora nel seno istesso della Chiesa, tra cattolt'ci che vorrebbero spingere a fondo il disimpegno politico della suprema autorità religiosa e coloro che non vedono altra garanzia dell'indi– pendenza spirituale del pontefice che nella conservazione dei resti del pote– re politico diretto ed indi°retto, che possedette la Chiesa quando lo Sta– to moderno ancora non esisteva. Da parecchi decenni dura tra i cattolici italiani la lotta fra le due opposte tendenze. E se ancora non si può parlare di vincitori e di vinti, certo è che la tendenza favorevole al disimpegno politico della Santa Sede è la sola che possa vantare reali e duraturi successi. Anche sotto il pontifi– cato dei due papi - Pio X e Pio XI - nel cui nome Ella giustamente sin– tetizza il centralismo politico-religioso della scuola conservatrice, i partigia– ni del disimpegno politico della Santa Sede ebbero a segnare successi non trascurabi'li. Non è forse sotto z'l ,pontificato di· Pio X che, spinti dal ter– rore che - a torto - ispirava l'imbelle socialismo italiano, i cleri·co-con– servatori rùennero di salvarsi dall'immaginario pericolo appoggiando aperta– mente le istituzioni statali ed i partiti moderati che le reggevano, rinuncian– do per ciò stesso, implicitamente ma definitivamente, alle ultime rivendica– zi'oni del ,potere politico diretto della Chi'esa?Non è forse sotto i'l pontificato di Pi'o XI che questi stessi clerico-conservatoriplaudono come ad un succes– so ali'atto che - volere o no ---- costituisce il ri'conoscimento dello stato di fatto politico e territoriale creato dal moto unitario del Risorgimento? 373 BibliotecaGino Bianco

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