Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

La, prima disfatta della democrazia cristiana in Italia Leone XIII protestò contro questi provvedimenti che colpivano i cat– tolici. Ma cominciò anche lui a far macchina indietro. Parlando, 1'8 ottobre 1898, a un gruppo di operai francesi, spiegò loro che, "se la Democrazia cristiana s'ispirava agli insegnamenti della ragione illuminata dalla fede, se tenendosi in guardia contro teorie fallaci e sovversive, accettava con religiosa rassegnazione e come fatto necessario le diversità delle classi e delle condizioni, se nella ricerca delle soluzioni possibili ai molteplici giornalieri problemi sociali, non perdeva mai di vista le regole di quella carità sovru– mana, che Gesu Cristo ha dichiarato essere la nota caratteristica dei suoi seguaci, se in una parola, la Democrazia voleva essere cristiana," allora, s1, andava bene. 6 A furia di distingui, la democrazia cristiana diventava niente altro che il cattolicismo conservatore. Mentre Leone XIII si ritirava combattendo, i vecchi cattolici conservato– ri, che in ogni congresso si erano dichiarati pronti a spargere tutto il loro san– gue per i diritti della Chiesa, si sbandarono ignominiosamente, non protesta– rono contro le misure governative, non dettero segno di vita. Invece i demo– cratici cristiani tennero duro, come facevano i repubblicani, i socialisti e gli anarchici. Si riorganizzarono come "Fasci democratici cristiani," e ben pre– sto ebbero due settimanali, uno a Genova e uno a Torino. 7 Ma Leone XIII diffidava ormai di quello zelo, che si dimostrava sempre piu democratico e sempre meno cristiano. Eppoi i democratici cristiani italiani andavano commettendo un pec– cato, per cui Leone XIII non ammetteva perdono. Vivendo a contatto con le moltitudini, specialmente rurali, e con la gioventu delle università, osserva– vano che nessuno s'interessava della questione romana, nessuno intendeva mettere in discussione l'unità politica nazionale. Perciò non toccavano quel tasto. E a furia di non toccarlo, se ne scordavano. E quando se ne scorda– vano, battevano il tasto contrario e proclamavano il loro "pensiero patriot– tico senza inutili velature. " 8 Insomma lo scopo, per cui Leone XIII aveva allattato in Italia la democrazia cristiana, veniva meno! Il cardinale segretario di stato, Rampolla, che favoriva i democra– tici cristiani, diceva una sera del 1900 al loro leader: "Qui piovono ogni giorno i ricorsi dei vescovi contro di voi; ma voi andate innanzi, con prudenza; noi vi appoggeremo. " 9 Si vede che in quel momento non teneva presente la diserzione dei democratici cristiani da quella questione romana, nella quale egli era infervorato non meno che il papa. Sia che siano stati realmente incoraggiati clandestinamente da Rampolla, sia che abbiano male interpretate le parole di costui, i leaders del movimento democratico cristiano, nel settembre 1900, deliberarono di fondare un vero e proprio partito poli- 6 F. OLGIATI, La storia dell'azione cattolica in Italia, cit., p. 250; E. LECANUET, La vie de l'Eglise sous Léon XIII, Paris, Alcan, 1930, pp. 651-52. 1 A Genova "Il popolo italiano" (1897-98), diretto dall'avv. Giovan Battista Valente; a To– rino "La democrazia cristiana," fondata alla fine del 18%, che all'inizio del 1899 assorbi il primo. [N.d.C.] 356 8 Cfr. Stato e Chiesa in Italia da Pio IX a Pio XI, p. 143. [N.d.C.] 9 Ibid., p. 142. [N.d.C.] BibliotecaGino Bianco

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