Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

La prima disfatta della democrazia cristiana in Italia ignorante e tirannico governo delle masse." Quello che egli auspicava non era il governo del popolo, ma un regime paternalistico per il popolo, sotto la direzione della gerarchia ecclesiastica. Il 1848 fu per le classi possidenti europee l'anno della "grande pau– ra." Subito dopo la rivoluzione di febbraio, il clero francese sfoggiò sen– timenti democratici, e non tutto fu inganno. Ma dopo che Cavaignac re– presse nel sangue i tumulti operai di Parigi (giugno 1848), e la gran paura dei mesi precedenti cominciò a calmarsi in Francia e in Europa, il clero fran– cese, accertato da che parte stava la forza, ritornò alle tradizionali posizion_i conservatrici. Anzi da ora in poi i cattolici si attribuirono ovunque il compi– to di garantire la. conservazione dell'ordine sociale, dichiarandosi insostitui– bili in questo ufficio, e rimproverando la borghesia liberale di avere essa, con le proprie dottrine, scatenato la tempesta del socialismo e del comu– nismo, che allora erano ben lontani dal differenziarsi. Il sommo della giustizia divina - scriveva la Civiltà cattolica nel 1850 - spicca nella disuguaglianza delle condizioni umane; COSIil distruggere codesta disuguaglianza senza aver prima distrutta la disuguaglianza degli esseri è il sommo dell'ignoranza umana L. .J. Abolir la miseria! Se questo voto e questo diritto voi ispiraste al popolo infinito dei miseri, lo scatenerete nella via d~ tutti gli eccessi e con ciò non farete che centu– plicare le sue miserie. Tutt'altrimenti Cristo redentore! Egli tanto fu lungi dal pro– fessare di volere abolir la miseria, che se la tolse anzi a consorte, la beatificò, e riusd con ciò ad essere l'unico, il vero, il Sovrano benefattore dell'umana famiglia. In una parola: Abolir la miseria, beatificar la miseria sono rispettivamente le due insegne del Socialismo e dell'Evangelio: le sorti della società moderna dipendono dall'attenersi alla prima od alla seconda [...]. Datemi un popolo in cui le passioni bollenti e le cupidità mondane siano attutite dalla fede, dalla speranza e dalla carità; un popolo che miri questa terra come un pelle• grinaggio e l'altra vita come la verace sua patria; un popolo educato a riverire ed ammirare nell'eroismo cristiano la medesima sua povertà e le sue medesime sofferenze; un popolo che ami ed adori in Gesu Cri~to il primogenito degli oppressi, e nella croce di lui lo strumento di universale salvazione, datemi, dico, un popolo cosI costumato ed il socialismo sarà non pur facile a vincersi ma impossibile a pensarsi; e voi potrete trat– tar quel popolo da fratello, stendergli amichevolmente la mano, e studiar di proposito a scemarne le sofferenze e le privazioni: a renderlo in somma meno misero quanto esso si mostra piu rassegnato alla miseria. 2 In fondo Marx ed Engels non avevano torto quando nel Manifesto dei comunisti scrissero che "il socialismo cristiano è soltanto l'acquasanta, con la quale il prete benedice la rabbia degli aristocratici." Non ogni reli– gione è "oppio per il popolo," come Marx doveva poi sentenziare; ma è difficile attribuire una etichetta diversa alla religione della. Civiltà cattolica quale era nel 1850. Il colpo di stato fatto il 2 dicembre 1851 da Luigi Napoleone - l'uomo che nel 1849 aveva conquistato il clero con la spedizione di Roma e nel 1850 aveva, con la legge Falloux, riconosciuto quasi tutte le pretese 2 L. DAL PANE, Il socialismo e le questioni sociali nella prima annata della "Civiltà catto– lica," negli "Studi in onore di Gino Luzzatto," Milano, Giuffrè, 1950, voi. III, pp. 147, 144. 344 BibliotecaGino Bianco

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