Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Capitolo primo Il "cattoUcismo sociale" fino al 189J1 Nel maggio 1952 i cattolici hanno celebrato il sessantunesimo anni– versario dell'anno in cui Leone XIII avrebbe dato l'afre al movimento democratico cristiano con l'enciclica Rerum novarum. Sarebbe interessante sapere quanti fra essi abbiano letto quella en– ciclica prima di commemorarla, e si siano resi conto degli scopi che voleva raggiungere, e della sua tardività e del suo lamentevole insuccesso, e abbiano informato il loro pubblico che, appena djeci anni dopo avere pubblicato l'enciclica Rerum novarum, Leone XIII strozzò la democrazia cristiana con un'altra enciclica, la Graves de communi. Cominciamo con la data: 1891. Il problema operaio non aveva aspettato quest'anno per rivelarsi. In Francia, sotto la monarchia di Luigi Filippo ( 1830-1848), e in Inghilterra, nei due decenni che succedettero alla cosiddetta "riforma" del 1832, esso s1 manifestò in forme talvolta assai acute. La gerarchia ecclesiastica accentrata nel Vaticano tenne sempre, di fron– te a quei fenomeni, un netto atteggiamento conservatore. Questo non esclu– deva, anzi implicava la carità dei ricchi verso i poveri. La carità era il com– penso, che i ricchi dovevano ai poveri per la loro obbedienza, era il premio di assicurazione che i ricchi dovevano pagare per ottenere quella obbedienza. Niente oltre la carità. L'abate F. R. de Lamennais, che sognava le sue speranze di rinascita religiosa nel popolo, nel suffragio universale e in una redistribuzione di ric– chezza, fu condannato da Gregorio XVI nel 1832, ed usd dalla Chiesa cattolica. Il conte di Montalembert, che aveva lavorato con Lamennais finché Gregorio XVI non ruppe ogni equivoco, fin1 collo scoprire che la democrazia aveva uno "spirito infernale," e condannare "il cieco, bisognoso, 1 Quando non sia altrimenti indicato, le notizie sul "cattolicismo sociale" sono attinte [al– l'opera Stato e Chiesa in Italia da Pio IX a Pio XI dello stesso Salvemini, allora inedita, e (N.d.C.)] a un libro sulla storia del partito popolare italiano della signora EDITH PRATT HowARD [sul quale ·cfr. la Prefazione a questo volume (N.d.C.)], che spero sia presto pubblicato in tradu– zione italiana dalla "Nuova Italia" di Firenze. [Usci nel 1957, a cura di P. Vittorelli, col titolo: Il partito popolare italiano (N.d.C.)]. Sempre ricco di informazioni e utile a consultare è il libro di F. S. Nxrn, Socialismo cattolico, 2a ed., Torino, Roux, 1891. 343 BibliotecaGino Bianco

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