Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Stato e Chiesa in Italia sotto la dittatura fascista affatto cosf numerosi. Il papa non sfiderà mai i sentimenti nazionali dei cattolici non italiani per sostenere la politica estera del governo italiano con– tro i loro paesi. Se cercasse di farlo, i cattolici di tutti gli altri paesi si ribellerebbero. Abbiamo visto che cosa fece il papa durante la grande guerra. Dovette restare zitto e ip.erte, perché se avesse detto qualcosa in favore della Germania e dell'Austria si sarebbero ribellati i cattolici dell'Intesa, e se avesse detto qualcosa in favore dell'Intesa avrebbero fatto baccano i cattolici della Germania e dell'Austria. Chi ha mai conosciuto chiaramente l'opinione della Santa Sede sulla violazione della neutralità del Belgio? Eppure questa era manifestamente una questione morale su cui la Santa Sede avrebbe dovuto esprimere la sua opinione. ( Su questa come su tutte le altre questioni sollevate dalla grande guerra, la Santa Sede non disse mai una parola chiara: parlò sempre come l'oracolo di Delfo durante la guerra di Troia. Se i fascisti pensano che la Santa Sede possa mai abbandonare questa posizione di neutralità, per mettersi al servizio del governo italiano, dànno prova di una infantile ingenuità.) ( Piuttosto, gli accordi del 1929 hanno fatto nascere, intorno alla neutra– lità della Santa Sede nella politica internazionale, delle preoccupazioni che non esistevano prima. ) Finché fra il papa e il governo italiano non esisteva una conciliazione ufficiale, ma solo un modus vivendi, de facto amichevole, il papa poteva fare al governo italiano qualche concessione grazie a trattati– ve sotterranee. Da ora in poi, il papa si trova in una situazione sospetta. Certi accordi sono diventati piu difficili. ( Quando la Santa Sede era mante– nuta coll'obolo di san Pietro, raccolto in tutto il mondo, nessuno sospettava un'insidia nel fatto che la maggioranza dei cardinali e dei funzionari della Santa Sede fossero italiani. Ora che le spese per gli uffici centrali della Chiesa cattolica le fa tutte il popolo italiano,) i cattolici non italiani tornano a domandare, con maggiore insistenza e nuovi argomenti, che il numero dei cardinali non italiani sia aumentato; e si parla con insistenza della necessità di avere un papa non italiano. Allora, che vantaggio ha avuto Mussolini in cambio di tante conces– sioni? Mussolini si assicurò una grande pubblicità nella stampa di tutto il mondo. L'uomo è un giornalista, e pensa sempre in termini di giornalismo. Durante i negoziati col papa, gli sorrideva innanzi tutto la prospettiva che un bel giorno le prime pagine di tutti i giornali del mondo avrebbero portato la testata: "Mussolini risolve la questione romana." Ecco quello che gli premeva. La Chiesa cattolica dispone, attraverso il clero, di una pote.r.t1ss1ma macchina di propaganda, che funziona con perfetta disciplina in tutti i paesi del mondo. Mussolini sperava di mettere questa macchina al servizio del proprio prestigio personale, e non della politica internazionale dell'Ita– lia. La Santa Sede ha avuto la sostanza, cioè 90 milioni di dollari e il con– cordato; Mussolini ha ottenuto il fumo dei piu sorprendenti elogi nei di– scorsi di cardinali, arcivescovi, vescovi, frati e preti di tutto il mondo. 336 BibliotecaGino Bianco

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