Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Stato e Chiesa in Italia sotto la dittatura fascista dovrebbe essere insegnata soltanto la filosofia cattolica, secondo il sistema stabilito una volta per sempre da san Tommaso d'Aquino. Disgraziatamente non si può sperare che tutti gli insegnanti di filosofia modifichino lo spirito e la dottrina di cui sono imbevuti. Quindi la miglior soluzione sarebbe quella di abolire senz'altro una materia cosf pericolosa. Qualora una soluzione cosf radicale si dimostri impossibile, si potrebbe trovare un compromesso, in attesa che la mentalità degli insegnanti si adegui alle nuove regole: il professore di religi.one insegnerà la dottrina cattolica, esponendo tutte le dot– trine contrarie; e il professore di filosofia eviterà qualsiasi argomento "éhe possa danneggiare o disturbare la coscienza religiosa e morale degli studenti." Cosf si eviterà ogni contrasto fra l'insegnamento della religione e quello della filosofia e della storia. Il concordato riconosce la sovranità della Santa Sede anche sulle famiglie dei cattolici italiani. Fino al 1929, chiunque in Italia voleva dare alla sua famiglia uno stato giuridico, doveva sposarsi in municipio. A nes– suno era probito di contrarre anche un matrimonio religioso. I cattolici si recavano anche davanti al parroco, gli ebrei alla sinagoga, i protestanti dai loro pastori; chi non aveva nessuna religione si recava soltanto al municipio. Il matrimonio civile fu introdotto in Italia settant'anni fa, in sostituzione del vecchio sistema nel quale il matrimonio era in mano della Chiesa. Il clero cattolico sollevò allora un putiferio, definendo il matrimonio civile con– cubinato e cercando di impedire che la gente lo praticasse. I risultati di questa lotta furono pessimi. Molti uomini sposavano una donna davanti al parroco e, per compiacere il prete, omettevano di sposarla anche in municipio. Dopo qualche anno, non piu soddisfatti della moglie, decidevano di pren– dersi un'altra ragazza, con la quale si sposavano in municipio. Secondo lo Stato, soltanto questo secondo matrimonio era valido, mentre il primo, seb– bene valido secondo la Chiesa, non aveva nessun valore legale. Allora il clero si accorse che era meglio rinunciare alla lotta. La Santa Sede dette istru– zioni a tutti i parroci perché non sposassero nessuno senza prima essersi assicurati che il matrimonio sarebbe stato celebrato anche in municipio. Divenne cosf uso comune fra i cattolici sposarsi prima in mumc1p10 e poi in chiesa. Negli ultimi trent'anni nessuno discusse piu l'argomento. La Chiesa si era arresa anche su tale questione. Inaspettatamente Mussolini ha riconosciuto nei patti lateranensi il matrimonio fra cattolici come un sacramento. I cattolici che vogliono spo– sarsi devono recarsi dal parroco e contrarre matrimonio davanti a lui. Natu– ralmente, la legge non si applica agli ebrei o ai protestanti. Questi si reche– ranno dal rabbino o dal pastore. Soltanto i miscredenti andranno in muni– cipio. Questo sistema è del tutto simile a quello in uso negli Stati Uniti. Mi sembra che, dal punto di vista della libertà di coscienza, non si possa avanzare contro di esso nessuna valida obiezione. Ma il nuovo sistema italiano differisce da quello americano in un punto importante. Il concordato stabilisce che "le cause concernenti la nullità del matrimonio [ ...] sono riservate alla competenza dei tribunali e dei 332 BibliotecaGino Bianco

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