Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Prefazione distrutto ogni progresso compiuto allora": "dopo Gregorio XVI i cattolici non hanno avuto un papa piu stupido. 1166 Il suo giudizio sul successore, con– tro il quale prese in mano la penna un'infinità di volte, lo riassunse in un vivacissimo pamphlet del 1944, Il Vaticano e il fascismo. Malgrado certe sue iniziative, "sta il fatto che Pio XII, come Pio XI, ha condannato z· re– gimi totalitari· in quanto prof essano su alcuni punti dottrine contrarie alla dottrina cattolica, e in quanto nella loro politica -ecclesiasti.cacontravven– gono alle leggi della Chi·esa. Ma né Pio XI, né Pio XII, né alcun altro papa ha mai condannato i regimi totalitari quando essi si uniformavano nelle dottrine e nelle pratiche agli insegnamenti della Chiesa. I papi, a pari condizioni·, hanno sempre preferito i regimi totalitari ai regimi democra– tici. Hanno 'tollerato' i regimi democratici solamente quando e dove· non avessero speranza di vederli sostituiti da regimi totalitari a indirizzo cat– tolico. 1161 Negli anni trascorsi in Ameri'ca (193649) Salvemini "non fece che polemizzare coi cattolt'ci americani [ ...] sull'opera di Pio XI e Pi"o XII, per dimostrare che costoro erano stati i complt'ci peggiori del fascismo, e che era tradire il popolo italiano affidarlo a Pio XII, come intendevano fare Churchill e Roosevelt. 1168 Quale dovesse essere "la politica ecclesiastica nell'Italia di domani, 11 non si stancò di ripetere fino al ritorno in patria. "Per quanto riguarda le relazioni col papa," scriveva il 16 maggio 1930 a miss Massey, "anch'io penso, dopo attenta considerazione, che noi dobbia– mo dichi"arareche il concordato è nullo, ma che il trattato deve essere f(lan– tenuto nelle sue linee essenziali'. Ma questo 'non può essere che il primo passo. Denunciare il concordato e mantenere le leggi che ne sono un corol– lario, sarebbe una canzonatura. Tutte queste leggi devono essere spazzate via. Su questo terreno, temo che sarà impossibile evitare una lotta fra noi e i cattolici, anche se siano seguaci di don Sturzo. Il@ "I cattolt'ci di tutti i 66 Cfr. pp. 386-87 di questo volume. Un altro violento attacco contro papa Ratti è il saggio del 1933 su Pio XI e gli allogeni (Scritti sul fascismo, II, cit., pp. 490-97), rifuso e ampliato in Mussolini diplomatico (ora in Opere, III, 3, Preludio alla seconda guerra mondiale, a cura di A. Torre, pp. 719-32). 67 Cfr. p. 414 di questo volume. 68 Lettera a Ernesto Rossi, da Sorrento, 6 febbraio 1955 (in Archivio Salvemini), relativa alla progettata raccolta di scritti su L'Italia vista dall'America (ora in Opere, VII, a cura di E. Tagliacozzo), alla quale rinvio per l'atteggiamento di Salvemini in quegli anni. (I) Questa lettera, dettata da una reazione polemica contro il programma di Lauro de Bosis e dell'" Alleanza nazionale" (combattere Mussolini appoggiandosi al re e al papa), è anche un interessante documento dello stato d'animo di Salvemini in questo periodo: " [ ... ]. Il papa afferma che il trattato e il concordato sono congiunti. Se denunceremo il concordato e non il trattato, che cosa farà il papa? Dichiarerà che anche il trattato è stato abrogato? Se ne starà tranquillo? Il primo articolo del trattato stabilisce che,. secondo l'articolo primo dello statuto del regno, la religione cattolica è la religione dello stato. Se ci sarà la repubblica, non ci sarà piu il vecchio statuto. Chiederà il papa che lo stesso articolo sia inserito nella nuova costituzione? Noi rifiuteremo. Don Sturzo deve seguire gli ordini del papa. Vedrà quante difficoltà! "Se il papa si lamenta che in Italia le libertà della Chiesa sono violate, è nel suo di- ritto; e noi lo lasceremo lamentarsi quanto gli pare. "Ma se si lamenta che la sua libertà come papa è limitata, non possiamo permettergli di mentire, come fece durante gli anni dal 1870 al 1929. Appena comincia a lamentarsi di non essere libero, dobbiamo intimargli di smetterla col suo gioco. Se continua, dobbiamo espel– lerlo da Roma, perché possa trovare all'estero la libertà che non trova in Italia. Quando vigeva la legge delle guarentigie non lo potevamo espellere. Ora che è sovrano di uno stato, possiamo dichiarargli guerra, occupare il suo territorio e scacciarlo. Noi non prenderemo mai l'iniziativa X.X.XIII BibliotecaGinoBianco

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