Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Prefazione V tassero l'apostolato cattolico); ma se avrò un momento di vita nell'Italia liberata dai Goti, quest'ultimo momento di vita voglio dedicarlo, come individuo libero, alla lotta contro la fede cattolica. Se morirò avendo di– strutto nel cuore di un solo itali"anola fede nella Chiesa cattolica, se avrò educato un solo italt'ano a vedere nella Chiesa cattolica la pervertitrice si– stematica della dignità umana, non sarò vissuto invano. " 61 Parole, ·queste ultime,_ dettate dallo sdegno recente, e che qùindi tradi– vano le sue intime convi-nzioni. In realtà, anche nelle polemiche piu aspre, Salvemini mantenne sempre, almeno implicitamente, una netta distinzione fra la Chiesa gerarchica e autoritaria, la cui ingerenza politica va combat– tuta, e la Chiesa come comunità di credenti, la cui fede va rispettata. Nel libro del 1929 aveva scritto, analizzando per i lettori stranieri "la reli– gione del popolo italiano": "Sento di fare un'affermazione che sembrerà a molti paradossale, ma sento di poterla fare con sicura coscienza [ ...] : vi sono in Italia due chiese: la chiesa popolare e nazionale, che ha sede nelle parrocchie, e il Vaticano, che è una istituzione internazionale con sede in Roma. 1162 Le complicità di quest'ultimo col fascismo devono essere "ricordate in eterno," ammoniva nel 1936 gli amici di Giustizia e libertà, che andavano denunciando l'appoggio della Chiesa alla guerra di Abissi– nia. Ma non dovete usare il termine "Chiesa cattolica," falso come tutte le parole astratte. "Dite Pio XI [ ...], dite l'alto clero: direte la verità. Se dite 'la Chiesa cattolica,' commetterete un errore di giudizio, che potrà condurvi a suo tempo a commettere errori di azione forse funesti. 1163 E contro l'uso di quella "astrazione 'Chiesa'," tornava a insistere nel 1940 in una polemica con un cattolico americano. Se proprio non si può fare a meno di una parola astratta, si dica "Vaticano." "Né i fedeli, né il basso clero, né i vescovi possono essere ritenuti responsabili per quanto il papa e i suoi aiutanti o il Vaticano, nella loro incontrollabile autorità, decidono e comandano. 1164 Se continuò a disprezzare l'anticlericalismo di vecchio stampo, dal concordato in poi non si lasciò però sfuggire un'occasione per smascherare, condannare, vilipendere la politica dei "papi e dei loro aiutanti." Fra Pio XI, il re e Mussolini, preferiva quest'ultimo: "il piu spregevole è il papa. Poi viene il re. Poi viene Mussolini. 1165 Piu si analizza il concordato, di'chiarava in una intervista sui patti lateranensi nel 1931, "e piu si deve riconoscere che Pio XI e il cardinal Gasparri devono essere dotati di ben scarsa intelligenza, se hanno potuto credere di rafforzare il sentimento re– ligioso con l'aiuto di ridicoli privilegi medievali." "In Italia la Chiesa aveva cominciato ad essere viva nei primi vent'anni di questo secolo. Pio XI ha 61 Ibidem, p. 381. 62 Ibidem, p. 124. 63 Ibidem, p. 390. 64 Religione e politica (Experto Ruperti [pseudonimo di G. S.] replica a Renato de Corpel), "Il mondo," New York, maggio 1940. 65 Lettera a miss Massey, da Cambridge (Mass.), 16 maggio 1930, ampiamente riprodotta nella n. 69. XXXII BibliotecaGinoBianco

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