Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Stato e Chiesa in Italia sotto la dittatura fascista posseduto una sovranità territoriale, nessuno avrebbe potuto assicurargli protezione nel caso che il suo territorio fosse stato invaso dal governo di un altro stato, che avrebbe potuto ridurlo in prigionia come Napoleone I aveva fatto con Pio VII. Una garanzia assoluta della libertà del papa non è mai esistita né esisterà mai. Mentre era immune da tutti gli oneri che gravano sui governi civili, e godeva realmente di una completa libertà, .. il papa poteva ancora lamentarsi che la sua libertà non fosse garantita; po– teva presentarsi al mondo con l'aureola romantica del prigioniero, che era stato vittima di un atto di violenza, ma che non si piegava di fronte alla violenza, anzi continuava a protestare per conservare i suoi diritti. Nessu– n'altra soluzione della questione romana avrebbe potuto fornire al papa una situazione piu conveniente 9i quella non soluzione. Queste circostanze spiegano perché Pio X, il successore di Leone XIII, cominciò ad abbandonare a poco a poco l'atteggiamento di intransigente protesta, che Pio IX e Leone XIII avevano mantenuto per trenta anni. Nel 1904, in via eccezionale, Pio X permise ai cattolici italiani di parteci– pare alle elezioni generali in alcuni collegi. Nel 1909 e nel 1913 le ecce– zioni furono moltiplicate. Cattolici furono eletti deputati e prestarono giura– mento di fedeltà allo statuto. Quando scoppiò la guerra mondiale, gli Imperi c~ntrali da un lato e le potenze dell'Intesa dall'altro erano impazienti di avere l'Italia come alleata. Nessun cattolico, nell'uno o nell'altro campo, si faceva scrupolo di appro– fittare della carne da cannone italiana, anche se non era benedetta dal papa. L'Italia si unf all'Intesa. Di conseguenza, i cattolici tedeschi e austriaci cominciarono a seguire con il piu vivo interesse la questione romana, mentre i cattolici francesi e inglesi trovarono piu conveniente ignorarla. Poiché la Germania e l'Austria perdettero la guerra, nessuno sollevò la questione ro– mana durante i negoziati di pace. Nel 1919 si formò in Italia un nuovo partito politico, che prese il nome di "partito popolare." Era formato di cattolici, guidato da un prete cattolico, sorretto dall'organizzazione parrocchiale cattolica. Esso partecipò alle elezioni politiche dal 1919 in poi. Durante le campagne elettorali, ignorò completamente la questione romana. Nel maggio 1920 il papa Benedetto XV, successore di Pio X, fece un altro passo verso la conciliazione: permise che i sovrani dei paesi cat– tolici facessero visite ufficiali a Roma e alla corte italiana. Quando Bene– detto XV morf, il suo successore, Pio Xl, nel febbraio 1922, benedf la folla in piazza San Pietro. Cos1 il violento conflitto degli anni sessanta e settanta si era trasfor– mato, a poco a poco, durante i primi decenni del secolo XX, in un pacifico modus t1ivendi. De jure, l'ostilità fra la Santa Sede e il governo italiano continuava. De facto, era stata raggiunta un'amichevole coabitazione. Per conseguenza alcuni scrittori cattolici, negli anni che seguirono la grande guerra, cominciarono ad accorgersi che il papa non aveva bisogno di rivendicare tutti i territori da lui posseduti nell'Italia centrale prima del 325 ...... 1otecaGino Bianco

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