Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Stato e Chiesa in Italia sotto la dittatura fascista territoriale era necessaria al papa come garanzia della sua indipendenza spi– rituale di capo della Chiesa. Dopo il 1870 il papa rimaneva capo della Chiesa, ma era privato della sovranità territoriale considerata necessaria ga– ranzia della sua libertà. Invece di questa garanzia, il Parlamento italiano offrf al papa una legge che obbligava il governo a rispettare la sua libertà. Ma lo stesso Parlamento, che aveva approvato la "legge delle guarentigie," avrebbe potuto abrogarla. La libertà del papa non era assicurata contro il pericolo che il Parlamento potesse, un giorno, abrogare la "legge delle gua– rentigie" e assoggettare il papa a nuove norme limitatrici della sua libertà. Pio IX rifiutò di riconoscere la legittimità di questa legge emanata senza il suo consenso. Non si lasciò sfuggire nessuna occasione per reclamare i territori su cui una volta aveva esercitato la sua sovranità. Si considerò prigioniero di una potenza nemica. Rifiutò la rendita annua offertagli dal governo italiano, e fece appello ai cattolici di tutto il mondo perché prov– vedessero ai bisogni della Santa Sede con l'obolo di san Pietro. Proibf ai fedeli in Italia di recarsi alle urne nelle elezioni politiche e di presentarsi candidati al Parlamento. Quando Pio IX morf, nel febbraio 1878, il suo successore Leone XIII rifiutò di dare la tradizionale benedizione del nuovo papa al popolo, che aspettava in piazza San Pietro. Fuori d'Italia, i cattolici facevano una sistematica campagna di propa– ganda contro l'Italia, usurpatrice dei diritti della Santa Sede. In alcune regioni della Francia, il clero vendeva la paglia su cui il prigioniero del Vaticano era costretto a dormire. Ai sovrani dei paesi cattolici era proi– bito venire ufficialmente a Roma per far visita alla corte italiana. Con questi metodi il Vaticano mirava a mantener viva la questione romana. Finché questa questione rimanesse irrisolta, cioè finché la sovranità temporale del papa non fosse stata restaurata in qualche modo, l'Italia do– veva essere considerata come una potenza illegittima, priva di personalità giuridica nel consesso delle nazioni. Malgrado questa e molte altre difficoltà, l'Italia riusd a vivere e ad accrescere la sua forza. Nel frattempo, nessun governo in tutto il mondo fece attenzione alle proteste del papa. Proteste che si ripetano per tren– t'anni senza risultato, finiscono per essere considerate lettera morta. D'altra parte tutti i governi italiani, indipendentemente dal partito al potere, ebbero cura di rispettare scrupolosamente la libertà del papa come capo della Chiesa cattolica. Nessun vescovo fuori d'Italia poté mai lagnarsi che le sue comunicazioni col papa fossero state ostacolate dal governo ita– liano. Nessun inviato straniero presso la Santa Sede poté mai affermare che il governo italiano mettesse ostacoli nei rapporti col papa o violasse le sue immunità diplomatiche. Un po' alla volta risultò evidente che il papa dopo il 1870 stava molto meglio di quanto stesse prima. Non aveva piu la responsabilità <li governare un territorio popolato da sudditi, una parte dei quali non intendeva assolutamente obbedirgli. Al tempo stesso godeva effettivamente piena li– bertà, anche se non era garantito dalla sovranità territoriale. Se il papa avesse 324 BibliotecaGino Bianco

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