Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Stato e Chiesa in Italia da Pio IX a Pio Xl striaci, svizzeri, canadesi, irlandesi e finanche turchi. L'esercito pontificio nel settembre 1870 non e_raformato da italiani che per metà. 23 Quanti fra i volontari italiani provenissero dai territori governati dal papa prima del 1860 e dalla città di Roma, non è stato mai chiarito dagli scrittori cat– tolici.24Questo solo si sa: che nel 1859, in Romagna, gli sforzi per tro– vare persone disposte ad arruolarsi sotto le bandiere del papa riuscivano cosf sterili, che il segretario di stato, cardinale Antonelli, fu costrettq a dare istru– zioni perché non si scrutinassero con severità i preéedenti morali delle per– sone, purché queste fossero di sicura fede politica. E questo, mentre i gì~ vani di tutte le classi fuggivano a frotte per andare ad arruolarsi in Piemon– te nella guerra contro l'Austria. 25 Delle famiglie nobili romane, nessuna fu mai rappresentata fra i difensori del papa. Un diplomatico francese, che viveva in Roma nel 1863 e che era del tutto devoto alla Santa Sede, scri– veva: Perché fra le grandi famiglie romane devote al Papa nessuna, si può dire, ha pensato di servirlo in modo efficace e di provargli il suo attaccamento dandogli i propri figli? Il compito di combattere per l'indipendenza e i diritti della Santa Sede è lasciato ad altri. Ciò avviene, in verità, per un eccessivo disinteresse ai propri affari. 26 Se fosse stato un po' meno inintelligente, il buon diplomatico avreb– be capito che nessuna fra le grandi famiglie romane, neanche fra quelle che erano fedeli al papa, credeva gli affari del papa cosf importanti, da meritare che un nobile romano spargesse per essi il suo sangue blu. Certi entusiasmi erano buoni per i nobili della Bretagna e per i contadini irlandesi. ( Per molti fra i cattolici italiani il 20 settembre 1870, giorno in cui le truppe del regno d'Italia occuparono Roma, è stato senza dubbio un giorno di lutto. Ma la grande maggioranza non si lasciò convincere a pren– dere questo avvenimento davvero sul tragico. I piu si consolarono assai fa– cilmente di ciò che era avvenuto, come quel curato di un piccolo comu– ne piemontese, Masserano, che riempf due bottiglie col miglior vino della . sua vigna, le sigillò e decretò che sarebbero state conservate nella cantina della parrocchia, per essere offerte al papa che avesse fatto la pace con l'I- 1. 27) ta ia. ( Nel 1874 tutte le associazioni cattoliche italiane, che fino allora ave– vano vissuto separate le une dalle altre, cominciarono a raggrupparsi in una organizzazione nazionale chiamata "Opera dei congressi. 1128 La presidenza centrale dell'Opera era tenuta da personaggi solenni e onusti di titoli no– biliari. Era una cosa morta.) Nel quaderno del 18 novembre 1876, i gesuiti 23 P. A. VIGEVANO, La fine dell'esercito pontificio, Roma, 1920, p. 123. 24 G. S. PELCZAR, Pio IX e il suo pontificato, cit., vol. Il, pp. 462, 560. 25 A. GENNARELLI, Il governo pontificio e lo Stato romano, Prato, Alberghetti, 1860, vol. I, pp. 60-64, 217-26. 26 H. D'IDEVILLE, ]ournal d'un diplomate en ltalie: Rome, 1862-1866, Paris, Hachette, 1873, p. 129. 27 Ometto la nota, già edita a p. 121. [N.d.C.] 28 Alla nota, già edita a p. 121, Salvemini aggiunse: O. M. PREM0LI, Storia ecclesiastica contemporanea, cit., p. 90. [N.d.C.] 314 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=