Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Come Leone X./11avrebbe risoluto la questione romana della Civiltà cattolica, ripetendo ancora una volta che ai cattolici non era lecito partecipare alle elezioni per il Parlamento, né come eletti né come elettori, spiegava la necessità dell'astensione coi seguenti motivi: 1) perché essi erano certamente in minoranza in seno al corpo elettorale, reclutato esclusivamente tra la "classe media, che [era] la piu pervertita. dal raziona– lismo liberalesco; che [era] piu delle altre legata al governo con vincoli d'in- :.teressi e da h1i dipendente per s_alarii ed ufficii; che [era] cattolica spe– culativamente, piu che praticamente"; 2) perché i cattolici non erano "pronti ed ordinati, per le elezioni politiche, in nessuna regione d'Italia"; 3) perché sarebbe loro stata "arduissima cosa trovare un numero di can– didati, pari al bisogno e di comune sodisfazione "; 4) perché le elezioni non erano libere. 29 Non poteva farsi piu chiara confessione di impotenza! Leone XIII doveva andare a cercare altrove le sue forze. Già i cattolici tedeschi avevano resistito a Bismarck perché avevano saputo far causa comune con gli operai della Westfalia e della Slesia. Ne– gli Stati Uniti il cardinale Gibbons appoggiava il movimento dei cavalieri del lavoro. In Inghilterra, il cardinale Manajng interveniva nel grande scio– pero dei dockers di Londra, non per maledire gli scioperanti, ma come pa– ciere fra e6si e i padroni (1889). In Belgio, in Francia, in Austria il mo– vimento che si chiamava "democratico cristiano" ed anche "socialista cri– stiano," sembrava destinato, fra il 1880 e il 1890, ad un grande avveni– re.30L'enciclica Rerum novarum del 15 maggio 1891 fu un vero trionfo per queste nuove correnti di idee: "Il Papa" diceva un cattolico francese, il conte de Mun "si abbandonava agli uomini del popolo in abito da lavo– ro." Sorgeva una nuova alleanza fra la Chiesa e la democrazia. Abbandona– to dalla diplomazia, Leone XIII andava a cercare nelle classi lavoratrici il punto d'appoggio per risollevare le sorti della Chiesa. 31 In Italia, piu che in qualsiasi altro paese, un movimento democrati– co-cristiano' era necessario. Mentre negli altri paesi abitati da cattolici la democrazia cristiana aveva l'ufficio di conquistare alla Chiesa le classi la– voratrici, in Italia essa ( aveva un duplice compito: immunizzare le molti– tudini operaie e contadine contro il contagio socialista, e organizzarle come forza di riserva pronta ad entrare in azione, il giorno in cui la borghesia li– berale fosse costretta a domandare alla Chiesa cattolica il suo appoggio contro la rivoluzione sociale.) Il parlamentarismo - Leone XIII faceva dire dai suoi interpreti ufficiosi - è do– vunque agonizzante: in Italia sembra già morto. Le questioni politiche cedono il passo alle' questioni sociali, che si trattano principalmente sul teatro extra parlamentare. È altrove che si elaborano le soluzioni decisive, che si impongono alle Camere in modo imperativo [...]. Ebbene, nel corso di una simile crisi ai cattolici italiani non conviene intervenire in un gioco cos( compromesso, né assumere, anche solo parzialmente, le 29 "La civiltà cattolica," 1876, vol. IV p. 521. 30 F. MoURRET, Histoire général de l'Eglise, cit., vol. IX, pp. 413 sgg. 31 LÉON GRÉGOIRE (pseudonimo di G. GoYAu), Le pape, les catboliques et la questton so- ciale, Paris, Perrin, 1895, p. 40. 315 Biblioteca Gino Bianco

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