Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Come Leone Xlii avrebbe risoluto la questione romana ne, essa transige con le miserie e con le necessità della vita giornaliera e tol– lera talune cose contrarie alla verità e alla giustizia, cercando però di far prevalere, fra tutte le possibili antitesi, quella che in un dato momento è la meno lontana dalla tesi. Anche nel nuovo Stato pontificio una certa misura di libertà non : ..avrebbe potuto forse essere negata al male: "Un Papa potrebbe trovare, anche in questo, i temperamenti necessari~-al pari di ogni altro principe cristiano, il Papa· avrebbe l'obbligo di regolarsi secondo le circostanze": 20 cioè fare al male le minori concessioni possibili, col proposito di revocarle non appena fosse possibile. Naturalmente, occorreva. tener presente anche l'eventualità che nei territori governati dalla Santa Sede scoppiassero delle rivolte. Che cosa avreb– be fatto il papa in questo caso? Avrebbe fatto uso della forza? Avreb– be versato il sangue? A chi gli muoveva queste domande, che erano poi vere e proprie obiezioni ad ogni restaurazione della sovranità pontificia su qualunque territorio, Leone XIII faceva rispondere che in caso di rivolta tutti i governi hanno il diritto e il dovere di ristabilire l'ordine con l'energia ne– cessaria. Scandalizzarsi all'idea che anche nello Stato della Chiesa il gover– no potesse •fare uso della forza e versare del sangue per reprimere una rivol– ta, era un "argomento donnesco, buono tutt'al piu a convincere dei fan– ciulli." Del resto, "non viene mai in mente a nessuno di considerare il so– vrano stesso come autore della condanna"; dunque non c'era pericolo che la responsabilità di eventuali condanne e repressioni risalisse personalmente al papa. Eppoi non bisognava esagerare le cose: "una buona polizia, su dieci congiure ne previene nove"; e non è necessario adoperare troppo rigore per fare che la decima si disciolga "come il sale nell'acqua. 1121 Infine nulla im– pediva che la Santa Sede affidasse al governo della repubblica italiana, "sag– gia e conservatrice," l'ufficio di mantener l'ordine nel territorio pontificio. 22 Ma c'era da risolvere un altro problema. Dato che una crisi rivoluzio– naria si manifestasse in Italia, dove avrebbe la Santa Sede trovato le for– ze per non essere travolta essa stessa nella tempesta assieme alla casa di Savoia? Quali gruppi sociali avrebbero potuto offrirle una massa di ma– novra capace di intervenire vigorosamente e vittoriosamente nel giorno della catastrofe liberatrice? ( Sotto Pio IX il movimento cattolico italiano reclutava le sue forze, o piuttosto le sue debolezze, soprattutto fra i seguaci delle dinastie espulse, nell'alto clero mummificato, e fra quei pubblicisti rissosi che professava– no le concezioni assolutistiche di De Maistre, ma che nessuno prendeva piu sul serio). Questa gente si protestava sempre pronta a spargere il suo sangue per i diritti del sommo pontefice, ma non ne versò mai una goccia. Fra il 1860 e il 1870, per mettere insieme un esercito in difesa di Roma, Pio IX dové fare appello a volontari francesi, belgi, olandesi, tedeschi, au- 20 La verité sur la question romaine, cit., p. 137. 21 Ibid., pp. 130-31. 22 L. TEXTE, Léon XIII et le Vatican, cit., p. 184. BibliotecaGino Bianco 313

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=