Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

La questione romana da Pio IX a Leone Xlll nava da sé l'accusa di intransigenza, e la riversava sull'altra parte; alimen– tando la credenza che un compromesso fosse possibile, teneva viva la di– scussione e impediva che la questione romana fosse dimenticata. Egli lascia– va che gli zelanti sognassero la "restituzione integrale" del dominio della Santa Sede: 211 anche questo era utile a tener viva la questione, a "pestar ·· l'acqua nel mortaio. 1121 Ma lui stesso non si impegnò mai a fondo con af– fermazioni troppo categoriche. Ammise anzi, in un documento ufficiale so– lenne, che la sovranità territoriale della Chiesa aveva avuto attraverso i se– coli "diversa forma ed estensione": 22 cosi suggeriva l'idea che quella forma e quella estensione potevano essere in avvenire differenti da quel che erano state nel passato. Anche i trattati di diritto pubblico ecclesiastico, che furono pubbli– cati sotto il suo pontificato, cominciarono ad essere meno categorici nel designare i territori, senza il cui possesso il papa non si sarebbe sentito si– curo nella sua libertà. ( Per esempio, il gesuita padre Wernz, professore di diritto canonico nell'università Gregoriana di Roma (divenuto nel 1906 ge– nerale dell'ordine), nel suo Jus decretaliuml.3 sollevava il problema se il papa avrebbe potuto rinunziare ) agli Stati della Chiesa in vista della necessità o della utilità della Chiesa stessa, come è facoltà di ogni buon amministra– tore. A questa domanda, padre Wernz rispondeva distinguendo fra aliena– zione totale e alienazione parziale. ( Una rinuncia totale, il papa non ha il diritto di farla; ma può validamente e lecitamente alienare il suo principato civile "in maniera parziale.") È vero che Wernz limitava questa conces– sione con la clausola che l'alienazione parziale può essere fatta solo ( se vi sono "cause gravissime," e che se questo motivo veramente grave venisse a mancare, la rinuncia, anche parziale, non sarebbe piu valida, e i succes– sori del papa che l'avesse fatta avrebbero il diritto di annullarla.) Ma il prin– cipio, che il papa dovesse rivendicare nella loro integrità tutti gli antichi territori della Chiesa, era oramai abbandonato per sempre. Leone XIII si sarebbe contentato se avesse potuto ottenere "la resti– tuzione di Roma e di un dominio convenevole. 1124 Chi avesse desiderato 2 0 Si veda, per esempio, l'opuscolo: Question romaine au point de vue financier, extrait et traduit de "L'osservatore cattolico," Milan, Bureau de "L'osservatore cattolico," 1887, p. 76. L'autore dichiarava: "Bisognerebbe spezzare l'unità italiana. È verissimo. Non vedo tuttavia che male ci sarebbe [ ... ]. La politica dei Papi si è sempre opposta a questa unità" (p. 78). 21 H. J0LY, La Rome d'auiourd'hui, cit., p. 96. 22 Lettera al cardinale segretario di stato Rampolla, 15 giugno 1887. 23 F. X. WERNZS. J., Jus decretalium, Romae, Typ. Polyglotta, 1899, voi. II, pp. 379 sgg. 24 Questa formula è data a p. 17 di un opuscolo, La vérité su, la question romaine, par B.O.S., Paris, Retaux-Bray, 1890. La "Civiltà cattolica," 1889, voi. III, p. 581, recensendone. l'edizione italiana, spiegò che esso "non è un documento ufficiale, ma neppure è un semplice scritto di origine privata": "l'esserne ordinata dal S. Padre la pubblicazione, e in tal luogo [la Tipografia vaticana], dà chiaramente ad intendere che l'opuscolo, o fu composto per ordine di Sua Santità, o certamente esaminato e ritoccato, dove occorresse, in modo da esprimere [ ... ] sentimenti e giudizi pienamente conformi a quelli del Capo della Chiesa." Nella prefazione alla edizione francese, p. 2, è detto meno gesuiticamente che l'opuscolo "è stato composto per ordine del Papa Leone XIII, ispirato e riveduto da lui, corretto secondo le sue indicazioni e uscito dai torchi del Vaticano.,, La formula, che abbiamo riprodotta nel testo, ritorna piu o meno modifi– cata in molti altri scritti ufficiosi del tempo di Leone XIII: "Correspondant," 10 giugno 1886, p. 841; abbé F. VENNEKENS, Nécessité d'une restauration du pouvoir temporal des papes, Bruxel– les, Vanderbroeck, 1887 4 , pp. 40-44; G. S. PELCZAR, Pio IX e il suo pontificato, cit., voi. II, p. 169 (quest'opera fu pubblicata per la prima volta nel 1887); C. A. M0NDELL0-NESTLER, La questione romana, Roma, Feliziani, 14 giugno 1887, p. 15; Le livre d'or du pontificat de Léon 303 Biblioteca Gino Bianco

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