Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Stato e Chiesa in Italia da Pio IX a Pio Xl della Santa Sede. L'Eun;>pa era un cimitero di sovranità legittime, che non avevano piu speranza di risorgere. Non si trovava piu nessuno, né in Italia né fuori d'Italia, che fosse disposto a sacrificarsi per i re di Francia o i re di Napoli o i granduchi di Toscana. Lo stesso non expedit, che in origi– ne era stato escogitato come protesta dei legittimisti italiani contro le usur– pazioni della casa di Savoia, aveva impedito che si formasse in Italia -un partito analogo ai gruppi legittimisti francesi, e cosI aveva condannato al– l'inerzia e liquidato i fedeli dei regimi preunitari. 14 La dottrina, invece, che una sovranità territoriale era necessaria per mantenere la Santa Sede indipen– dente dal controllo di ogni altro governo, poteva essere presentata come una dottrina religiosa di valore permanente e universale. La Santa Sede non aveva nessun interesse a mantenere incatenata la dottrina, sempre viva, del– la sua libertà religiosa, con la dottrina politica della legittimità, che era or– mai un cadavere quatriduano. Leone XIII, dunque, pur non abbandonan– do mai esplicitamente il principio della legittimità, lo lasciò cadere a poco a poco in dimenticanza. Continuò solamente a domandare la restaurazione della sovranità territoriale come garanzia necessaria alla libertà del pontefi– ce nell'esercizio delle sue funzioni religiose. Le sue proteste non ebbero piu nulla da vedere con quelle dei sovrani spodestati. Scioltosi da ogni in– gombrante solidarietà col passato, egli presentò al mondo la questione ro– mana come questione esclusivamente religiosa. Egli poteva cosI dire che ri– vendicava la sovranità territoriale, "non per ambizione di dominio politico ma per puro debito di coscienza. "' 5 Inoltre Pio IX rivendicava "tutti i domini della Santa Sede e tutti i suoi diritti nella loro integrità, 1116 e proclamava che "nessuna conciliazione era mai possibile fra Cristo e Belial. 1111 Leone XIII invece amava essere ap– prezzato come uno "spirito accomodante. 1118 Durante il primo decennio del suo pontificato si dichiarò piu volte desideroso di pace: 19 cosI egli allonta- l4 L'osservazione è stata fatta da un cattolico legittimista, il marchese FILIPPOCRISPOLTI, Il partito popolare italiano, nella "Nuova antologia," 16 febbraio 1919. 15 G. DALLATORRE(direttore dell'"Osservatore romano"), Postille: dopo gli accordi late- ranensi, cit., p. 12. 16 Enciclica del 19 gennaio 1860; discorso del 2 dicembre 1861; enciclica del 1° novembre 1870; protesta del 17 gennaio 1878; L. THOUVENEL, e secret de l'Empereur, cit., vol. I, p. 70; F. LE CHAUFFDE KERGUENEC, Souvenirs zouaves pontificaux, 1861-62, Paris, Oudin, 1890, p. 210; G. S. PELCZAR, Pio IX e il suo pontificato, cit., vol. III, p. 390. Un'opera in 15 volumi, pub– blicata a Roma dalla "Civiltà cattolica" fra il 1860 e il 1864 per raccogliervi tutte le manife– stazioni del mondo cattolico in favore del dominio temporale della Santa Sede, era intitolata: "La sovranità temporale dei Pontefici Romani propugnata nella sua integrità." In qualche mo– mento di sconforto, Pio IX si lasciò sfuggire, in conversazioni private, che si sarebbe acconten– tato di un piccolo angolo di territorio (NEILSEN, History of the Papacy in the XIX Century, New York, Dutton, 1906, vol. II, pp. 415-16); ma subito si riprendeva e ritornava all'intransi– genza. Il conte Dalla Torre ha scritto nel suo recente libro: Postille: dopo gli accordi latera– nensi, cit., p. 53, che "sulla misura di territorio necessaria alla indispensabile sovranità ponti– ficia i Papi si erano sempre dichiarati disposti a discutere e a trattare, diremo pure a pater– namente transigere." Quel plurale "i papi" e quel "sempre" non hanno nessuna base di verità per quanto riguarda Pio IX. 17 Discorso del 27 novembre 1871: P. DE FRANCISCIS, Discorsi pronunziati da Pio IX in Vaticano, cit., vol. I, p. 334. 1s L. TEXTE(cattolico ed ufficioso), Léon XIII et le Vatican, cit., p. 185. 19 Per esempio, nell'allocuzione [Episcoporum ordinem] del 23 maggio 1887 si augurò: "che il desiderio di pace, dal quale siamo mossi verso tutte le genti, possa giovare [ ... ] al– l'Italia, che Iddio ha congiunto al Romano Pontificato con cosi indissolubile vincolo e che ci è carissima grazie alla sua stessa natura." 302 BibliotecaGino Bianco

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