Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

La questione romana da Pio IX a Leone XIII in rilievo lo stato di ostilità fra il papa "prigioniero" e il governo italiano "usurpatore." Nella prima allocuzione concistoriale (28 marzo 1878) e nella sua prima enciclica (Inscrutabili Dei consilio, 21 aprile 1878), rinnovò so– lennemente le proteste del suo predecessore, e continuò a ripeterle metodi– ~amente ogni volta che se ne presentava l'opportunità. 10 Nel 1886 attribu{ un significato piu stretto, di "proibizione formale," all'istruzione che Pio IX aveva dato nel 1874 ai cattolici italiani, perché si astenessero dalle elezioni politiche. 11 Rifiutò di ricevere in Vaticano i sovrani cattolici che venivano a Roma a far visita al re d'Italia nel Quirinale, un tempo palazzo apostolico: è per questa proibizione che l'imperatore d'Austria non poté mai restituire in Roma al re d'Italia la visita· che questi gli aveva fatto a Vienna nel 1881. I sovrani non cattolici che erano ospiti del re d'Italia e che sollecitavano un'udienza dal papa, dovevano piegarsi a un'etichetta minuziosa: non dove– vano giungere in Vaticano in una carrozza della corte italiana; e se risiede– vano al Quirinale, erano obbligati, prima di recarsi in Vaticano, di sotto– porsi ad una quarantena di qualche ora nella. dimora di uno degli ambascia– tori accreditati presso la Santa Sede, dimora che secondo il diritto interna– zionale era considerata territorio non italiano. 12 Con queste ingegnose finzioni, Leone XIII voleva sottolineare il fatto che la sovranità della casa di Savoia su Roma non era mai stata riconosciuta dalla Santa Sede, e che il regno d'Italia non aveva ancora una posizione giuridica del tutto regolare nella comunità internazionale degli stati.) Chi non andava al di là di queste manifestazioni, conchiudeva che non c'era alcuna differenza fra le idee di Pio IX e quelle di Leone XIII. Tutt'al piu poteva ripetere, con un autorevole uomo politico italiano, Rug– gero Bonghi, che "Leone XIII è stato diverso dal suo predecessore in ciò solo, che a un indirizzo della Chiesa, tutto d'impeto, ne ha surrogato uno tutto di calcolo. 1113 Ma chi osservava attentamente l'azione di Leone XIII, non tardava a scoprire fra Pio IX e lui due differenze essenziali. Pio IX rivendicava i suoi antichi territori non solamente come capo della Chiesa cattolica, la cui libertà nell'esercizio dell'autorità . spirituale do– veva essere garantita da una sovranità territoriale, ma anche come sovrano legittimo che non si sottometteva alla violenza di chi gli aveva usurpato i suoi diritti. Come sovrano spossessato, egli si trovava nella stessa condi– zione politica di tutti gli altri sovrani, i cui troni erano stati demoliti dal– le rivoluzioni e dalle guerre; ma come capo della Chiesa cattolica, egli in– vocava nella sua protesta una ragione religiosa, che mancava del tutto agli altri sovrani scoronati. Leone XIII si rese conto che il principio della le– gittimità non offriva piu nessuna base utile alle rivendicazioni territoriali 10 Dal 1878 al 1889 protestò in ben 62 documenti e discorsi: mons. Ch. T'SERCLAES, Le pape Léon XIII, Paris-Lille, Desclée, 1894, voi. I, pp. 254-56. Tutte queste proteste furono raccolte in un volume: Leone XIII e il dominio temporale dei papi, Prato, Giachetti, 1889. Quante altre volte abbia protestato Leone XIII fra il 1889 e il 1903, non saprei dire. u "La civiltà cattolica," 1895, vol. Ili, p . .515. 12 F. MouRRET, Histoire générale de l'Eglise, cit., vol. IX, p. 4.5. 13 R. BoNGHI, Leone XIII e il governo italiano, Roma, Tip. elzeviriana, 1882, p. 10. 301 B1blloteca Gino Bianco

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