Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Le dimissioni di don Sturzo Ai Prefetti di Firenze e Pisa. Data ripercussione sfavorevole in Vaticano ultimi incidenti anti-cattolici sarebbe bene che direttorio locale Federazione provinciale fascista · si recasse ufficialmente sede Arcivescovo presentare deplorazioni rinnovando attestazione alto rispetto fascismo per religione ca~tolica. Mussolini. 24 ( Il sindaco di Firenze e il vice-presidente del Consiglio provinciale - gli stessi che la mattina del 15 luglio avevano eccitato i fascisti a "difen– dere la rivoluzione" - fecero visita all'arcivescovo di Firenze per informarlo del reale significato degli avvenimenti. 25 ) ( Il prefetto di Pisa prese le cose con piu comodo: soltanto il 19 lu– . glio si recò dall'arcivescovo, per mostrargli un telegramma col quale Musso– lini deplorava "le idiote violenze commesse contro i circoli cattolici. " 26 Be– ninteso, non vi fu nessun arresto, né processo, né condanna. ) ( Dopo che Mussolini in persona ebbe deplorato i disordini, anche Pio XI e il cardinal Gasparri si credettero autorizzati ad esprimere la loro opinione. L'Osservatore romano del 20 luglio pubblicò una lettera con la quale il cardinal Gasparri esprimeva all'arcivescovo di Pisa il "vivo dispiacere" col quale il Santo Padre aveva appreso l'invasione e la devastazione perpetrate contro il circolo della Gioventu cattolica da "malviventi sotto l'etichetta di Fascisti." Altri attentati erano stati commessi a Osimo, a Firenze, a Pisa e altrove ) "contro istituzioni puramente cattoliche, che non hanno nulla a vedere con la politica"; "il ripetersi di quèsti delitti in diverse regioni d'I– talia preoccupa vivamente il Santo Padre." Le autorità civili e politiche hanno deplorato tali gesta delittuose, comminando anche le meritate punizioni; ma purtroppo tale deplorazione e tali minacce non hanno finora avuto l'effetto desiderato. Giova sperare che in avvenire le autorità competenti veglieranno meglio che per il passato ad impedire simili dolorosi avvenimenti, e che qualora disgraziatamente dovessero ripetersi, ubbidendo agli ordini ricevuti ne sapranno punire severamente i colpevoli. ( Ma, anche con questa protesta, Pio XI collaborava cordialmente con Mussolini. Infatti: 1) si rifiutava di credere ciò che sapevano tutti, cioè che gli autori delle violenze erano veri fascisti; 2) protestava contro le vio– lenze commesse contro le istituzioni "puramente cattoliche e che non ave– vano niente a che fare con la politica"; dunque si disinteressava di tutte le istituzioni politiche che non fossero puramente cattoliche, come per esem– pio quelle del partito popolare; 3) faceva un nuovo atto di fiducia verso le autorità competenti che, da due anni e mezzo, vigilavano cos1 poco per impedire i "dolorosi avvenimenti," che non ne sapevano punire i responsa– bili. Un papa dotato di tanta longanimità valeva davvero i milioni sacrifi– cati dai contribuenti italiani per salvare dal fallimento il Banco di Roma.) 24 Riprodotto in facsimile in The Fascist Dictatorship in ltaly, cit. [N.d.C.] 25 "Corriere della sera," 17 lwùio 1923. ~ "Il popolo d'Italia," 21 luglio 1923. Biblioteca Gino Bianco 297

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