Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

) \ Le dimissioni di don Sturzo un'idea di queste "manifestazioni spontanee," basterà ricordare che a Firen– ze il sindaco e il vice-presidente del Consiglio provinciale incitarono i fasci– sti alla "difesa della rivoluzione." Dopo di che questi saccheggiarono le sedi odle associazioni cattoliche, riuniroho i mobili delle istituzioni saccheggiate sulla piazza del Duomo e li dettero al rogo: tutto ciò in pieno giorno, a 200 metri dalla prefettura e dal commissariato di polizia. 18 A Pisa i fascisti distrussero tutto ciò che trovarono nella sede del circolo della Gioventu cattolica, senza risparmiare né il ritratto del papa, né quello del cardinale arcivescovo. Parlando alla Camera Mussolini dichiarò che non desiderava ·-che il fascismo divenisse "saggio troppo presto": preferiva che esso "con– servasse ancora per qualche tempo la sua bella armatura e la sua anima . ,, } guerriera. ( A Roma i deputati ostili al progetto di legge venivano aggrediti in piena strada e minacciati di morte se avessero continuato a militare nel– l'opposizione. Militi fascisti, arma.ti da capo a piedi, circondarono la Ca– mera. Le tribune della Camera erano occupate dalle camicie nere, che interrompevano i deputati e li minacciavano, agitando nell'emiciclo corde destinate ad impiccarli. Per ordine di Mussolini, un gruppo di criminali - gli stessi che nel giugno 1924 dovevano assassinare Matteotti - venne da Milano per tenersi pro,nto ad ogni probabile complicazione politica. 19 } ( Il Popolo d'Italia, organo personale dr Mussolini, diretto dal fratello, nel numer<?del 13 luglio 1923domandava: chi difenderebbe "quei parlamen– tari, che sfidano la pazienza del popolo, dal quale sono cordialissimamente detestati? "; e rispondeva: } La Milizia Nazionale non sembra ben disposta a tale bisogna. L'Esercito forsd L'Esercito, se dovesse seguire l'impulso dei suoi legittimi sentimenti e risentimenti, sprangherebbe Montecitorio. ( Il 13 luglio, alla vigilia del voto decisivo alla Camera, il governo co– municò ai giornali che il Consiglio dei mi111striaveva approvato un rego– lamento contro gli abusi della stampa, regolamento che autorizzava i pre– fetti a "diffidare" i giornali che pubblicavano "notizie false e tenden- ziose,'' a sopprimerli e a impedirne la resurrezione sotto un nuovo titolo se due "diffide" fossero state· inutili. 20 Il re, violando la costituzione, firmò il nuovo regolamento in data 15 luglio. 21 Se la Camera avesse respinto la riforma elettorale e se il governo avesse voluto pr.endere contro di essa mi– sure di rigore, il nuovo regolamento in materia di stampa era destinato a impedire la pubblicazione di ogni notizia considerata dal governo "falsa e tendenziosa." } ( I deputati dell'opposizione avrebbero dovuto rifiutarsi di discutere in 1s "L'osservatore romano," 16-17 luglio 1923. 19 Rivelazioni di Cesare Rossi nel suo memoriale dell'll febbraio 1925: G. SALVEMINI, The Fascist Dictatorship [ora in Scritti sul fascismo, I, cit., p. 267). 20 "Il popolo d'Italia," 13 luglio 1923. 21 S. TRENTIN, Les transformatians récentes du àroit public italien, cit'l pp. 669 sgg. 295 BibliotecaGino Bianco

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