Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Stato e Chiesa in Italia da Pio IX a Pio Xl non è uomo libero il soldato che è sottomesso alla disciplina militare. Questo sacrificio della propria libertà è, nei piu, frutto di pigrizia mentale o di viltà morale; ma può essere anche un atto di abnegazione disinteressato, compiuto in vista di superiori necessità consapevolmente e liberamente accettate; ed· allora esige m~a non comune forza di carattere, e può raggiun– gere i vertici dell'eroismo. Ma don Sturzo non era solamente un sacerdote, era anche il leader d'un partito politico; e come tale aveva il dovere di far conoscere ai suoi seguaci tutte le ragioni vere, per cui li abbandonava nel momento decisivo della battaglia. Anche come sacerdote, egli aveva il di– ritto di esigere, prima di obbedire, che il papa uscisse dall'ombra, in cui codardamente si nascondeva, e si assumesse la responsabilità di annunziare la sua volontà in forma chiara ed ufficiale. Il caso di don Sturzo dimostra. a qual punto di mortificazione la papolatria può ridurre anche gli uomini di piu alta intelligenza e di piu robusto carattere. ( I deputati del partito popolare avrebbero dovuto protestare contro il ricatto al quale Mussolini sottoponeva il Vaticano e portare la questione alle Camere, rivendicando la "libertà religiosa" contro le minacce del go– verno. La proposta di una tale tattica fu fatta al Consiglio nazionale del partito; e si trovò perfino un deputato disposto a sfidare Mussolini e a presentare l'interpellanza necessaria. Ma gli altri furono presi dalla paura; e credettero, secondo la loro abitudine, di poterne uscire con una "combina– zione." Don Sturzo si sarebbe dimesso dalle sue funzioni di segretario, ma sarebbe rimasto alla direzione del partito, mentre i deputati avrebbero continuato a combattere, come per il passato, la riforma elettorale.) ( Mussolini capf il gioco, e non lasciò tregua alla vigliaccheria dei suoi avversari: una "nota ufficiosa" ai giornali del 12 luglio diceva: ) Le dimissioni di Luigi Sturzo non hanno modificato minimamente la situazione politica L.. J. Nelle altissime sfere del fascismo si ha l'impressione che si tratti non di una tragedia ma di una mediocre commedia L.. J. Il prete di Caltagirone resta, non solo nel partito, ma nella direzione e nel Consiglio nazionale, il che significa che il partito votiolare continua praticamente ad essere diretto da lui, malgrado le discussioni pro forma, che possono essere prese sul serio soltanto dagli imbecilli L. .J. Credere poi che pel ritiro apparente del prete Sturzo il fascismo possa deflettere di una sola linea dal suo atteggiamento, è credere l'assurdo L.. J. Ciò significa non conoscere il tempera– mento, lo stile e la strategia politica di Mussolini. Il quale è uomo che, quando ha in– gaggiato battaglia, va fino in fondo, assumendo le sue maggiori responsabilità e giocando il grosso gioco. 16 ( Nei giorni seguenti, m seguito senza dubbio a una parola d'ordine giunta da Roma alle province, "manifestazioni spontanee" contro il partito popolare e le organizzazioni cattoliche ebbero luogo a Novara, Alessandria, Cremona, Monza, Livorno, Pisa, Volterra, Pontedera, Lucca, Prato, Firenze, Arezzo, Perugia, Osimo, Campobasso. 17 Affinché i \ettori possano farsi 16 "Corriere della sera," 12 luglio 1923. 17 Su tutta questa materia cfr. "La civiltà cattolica," 1923, vol. III, pp. 283 sgg., e "L'os– servatore romano," 13 luglio e sgg. Cfr. anche "Corriere della sera," 17 luglio 1923; "Il nuovo giornale" di Firenze, 16 e 17 luglio 1923; "Il popolo d'Italia," 14 luglio e sgg. 294 BibliotecaGino Bianco

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