Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Prefazione del dopoguerra, un punto di riferimento e una fonte di stimoli e di sugge– stioni per la nascente storiografia sul movimento cattolico italiano. Ancora oggi, a distanza di un quarantenm·o dalla stesura e senza il definitivo "imprimatur" dell'autore, questo Stato e Chiesa in Italia da Pio IX a Pio XI, 58 pur ·avendo perduta molta della sua novità come ricerca documentari·a, conserva i·ntatta la sua forza di sintesi· stori·ca originalùsima. Il taglio del li'bro resta infatti senza riscontro nella storiografia piu recente, che generalmente ha proceduto su due pi.ani separati: quello tradizi·onale dei "rapporti" fra Chiesa e Stato, come stori·a giuridico-diplomati.ca o di idee e di stati d'am·mo; e quello, pi·u nuovo, volto alla riscoperta del "movi·men– to" cattolico. Nell'opera di Salvemi·ni questi due temi sono .intimamente fu– si, o svolti in contrappunto, a capitoli alterni, come aspetti parzi"ali di un unico processo dialettico. Alcune delle idee direttrici sono riprese e svi·lup– pate dal volumetto del 1922, sulla base di una documentazione ricca e varia, che i·n esso mancava. Ma a quelle si affianca una tematica assai piu ampia, nella quale confiuiscono molti fra gli' interessi di Salvemini stori·co e poli– tico e tutte le componenti essenziali' dell'uomo e dello scrittore. Chi ha famili'arità con le sue opere, troverà in piu punti di questo libro l'eco di vecchie pagine o la fonte di concetti·, citazi'oni e aneddoti' che riappaiono in altre piu recenti. Un'opera cosi ricca di materiali e di' idee non si· lasci'a riassumere in– torno a una tesi centrale. Se nondimeno vogliamo indivi'duarvi un Leitmo– tiv, questo è l'affermazione - continuamente ricorrente e brillantemente documentata, dissotterrando piccoli' episodi della vita pQlitica e amministra– tiva, testimonianze di osservatori stranieri, aneddoti curiosi ma i'llumi'nanti - che la lotta fra Chiesa e Stato non oltrepassò mai, in Italia, certi limiti dettati dal buon senso. Non vi furono mai "due I talie" nettamente contrap– poste e inconciliabili. Insistendo su questo motivo, e correggendo altri pregiu– dizi storici diffusi sia in Itali'a che all'estero, evidentemente Salvemini mi– rava a demistificare una delle vanterie mussoliniane, quella di aver sanato una pi·aga che da sessant'anni "tormentava la coscienza degli italiani." Ma la sua non era una trovata polemica; era il risultato di una faticosa ricerca, di cui senti'va di poter andare orgoglioso. Anche di fronte a recenti inter– pretazioni storiografiche, che hanno radicalizzato il carattere dell'" opposi– zione cattolica" nella s~conda metà dell'Ottocento, Salvemini avrebbe con– tinuato a obiettare che cattolicesimo e liberalismo, Chiesa e Stato non era– no "due persone in carne ed ossa, che si battessero in duello senza ripo– sarsi mai, in nome di astratte dottrine. Erano due collettività di persone, ben lontane dal formare blocchi omogenei e compatti," trascinate da "un incrociarsi continuo di· infiuenze contraddittorie e mutevoli. " 59 58 Il titolo non è di Salvemini, che accennò al suo lavoro, di volta in volta, come a un "libro sul concordato," "sulla questione romana," "su Stato e Chiesa," "da Pio IX a Pio XI." La PRATI' HowARD, Il partito popolare italiano, cit., p. 506, ne cita il dattiloscritto francese col titolo: "La lutte entre l'État et l'Église en Italie." 59 Cfr. pp. 126, 127 di questo volume. Le citazioni successive sono tratte dalle pp. 148, 126, 128, 145 n. 1, 260, 261, 258, 213, 215, 219, 217, 221, 293, 294. XXIX BibliotecaGinoBianco

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