Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

L'enciclica del 23 dicembre 1922 paterni ammonimenti che gli venivano dalla rivista portavoce di Pio Xl. Dieci giorni non erano passati da quei consigli e avveniva la strage di To– rino (vedi p. 269). Mentre i due organi ufficiali del Vaticano assumevano questo atteg– giamento di benevola aspettativa, Pio XI, il 30 novembre, ricostitu1 la Giunta centrale dell'Azione cattolica, nominandone assistente ecclesiasti– co mons. Pizzardo, i cui entusiasmi profascisti non erano un mistero per nessuno. La nuova Giunta dichiarò sciolta la vecchia Unione popolare che non funzionava piu da un pezzo, e annunziò di voler promuovere la for– mazione di una Unione maschile cattolica italiana, che si sarebbe dedicata alla "difesa della libertà religiosa in tutte le manifestazioni e [alla] conqui– sta di quelle libertà civili, che meglio garantiscono i diritti dei cattolici [...] , [e alla] diffusione e attuazione dei principi cristiani nella società. 114 Il 23 dicembre 1922 Pio XI pubblicò la sua prima enciclica, Ubi arcano Dei, nella quale una parte essenziale era dedicata appunto all'Azio– ne cattolica. Tutti i laici, uomini e donne, egli proclamava, che volessero servire la causa di Cristo, dovevano entrare nell'Azione cattolica per colla– borare coi vescovi e coi parroci, e sotto il loro controllo, alla salvezza del– le anime: preparando 1 ' perfetti cristiani," l'Azione cattolica preparava "sempre piu perfetti cittadini, cioè coscienze che sapessero in ogni mo-– mento della vita privata e pubblica trovare o almeno bene intendere ed applicare la soluzione cristiana dei molteplici problemi, che si presentano nell'una e nell'altra condizione di vita. 115 Chi avesse trovato difficoltà a capire di che si trattava, non doveva che leggere l'Osservatore romano del 2-3 gennaio 1923. Il giornale ufficioso del Vaticano spiegava che "il cattolicismo, religione sociale per eccellen– za, [...] stende i suoi rami a tutti i rapporti umani per cristianizzarli [...] . L'azione religiosa e morale sboccia cos1sul grand'albero del cattolicismo, come il suo piu caratteristico fiore. Il suo campo non ha dunque limiti; ha i confini stessi della legge morale, che domina tutte le attività umane, nella vita domestica, civile e sociale, economica, politica, culturale." Pio XI non poteva ignorare che molte di queste belle cose voleva farle in Italia da quattro anni il partito popolare. Azione cattolica e par– tito popolare diventavano cos{ organizzazioni concorrenti: l'una, l'Azione cattolica, pretendeva di essere religiosa e non politica, e l'altro, il partito popolare, pretendeva di essere politico e non religioso; in pratica, l'uno e l'altra facevano la medesima azione politica, ispirandosi alle medesime preoc– cupazioni religiose. Pio XI, annunziando che la sola Azione cattolica era approvata dalla Chiesa, e facendo obbligo a tutti i cattolici di aderirvi, metteva il partito popolare al bivio: o sottomettersi al controllo delle autorità ecclesiastiche, -diventando un ramo dell'Azione cattolica, analogo 4 "La civiltà cattolica," 1923, voi. I, p. 270. 5 Qui Salvemini attribui erroneamente all'enciclica le deduzioni di qualche commentatore francese (nel ms. la citazione è in questa lingua) della medesima. [N.d.C.] 275 B blloteca Gino Bianco

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