Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Dopo la marcia su Roma siffatte accuse.1°Dopo avere personalmente dato ordine che un suo avver– sario fosse purgato, o la sede di un giornale d'opposizione fosse saccheggia– ta, Mussolini doveva garantire agli esecutori dei suoi ordini l'impunità. E l'impunità di cui godevano gli uni, incoraggiava gli altri a nuove violenze.. La riprova che le violenze, anche quando non ·erano ordinate erano tol- lerate dall'alto, si ebbe nella primavera del 1923. La consuetudine di co– ' stringere gli avversari del fascismo a bere l'olio di ricino era cos( obbro– .briosa, che gli stessi capi fascisti si decisero a farla cessare. La polizia co– minciò a denunziare alla magistratura i fascisti che commettevano quel reato, e la magistratura pronunciò alcune condanne. Immediatamente quel– la forma di prepotenza cessò. Le altre forme di prepotenza continuarono a rimanere impunite, e naturalmente non cessarono affatto. Mentre abbandonava alla mercè dei suoi seguaci i beni, la dignità, la vita stessa dei cittadini, Mussolini moltiplicava verso il Vaticano le ma– nifestazioni di riverenza e di buona volontà. Il 4 novembre volle che la commemorazione della vittoria nella gran– de guerra fosse celebrata con una messa, a cui intervennero il re e i mini– stri: avrebbe desiderato che fosse un cardinale a celebrare la messa, ma il Vaticano non consentf, è bisognò contentarsi del solito cappellano di casa reale. Il 10' novembre, il nuovo governo aboH per decreto reale la legge che rendeva obbligatoria la nominatività dei titoli: fu la fine di un incubo, che durava da due anni, non solo per i direttori di banche, ma anche per il car– dinal Gasparri. Il 15 novembre, in un discorso ai nazionalisti romani, l'on. Federzoni, ministro delle Colonie, dichiarò che era necessario considerare "la pregiudiziale antimassonica" come inderogabile; non si dovevano con– cedere "ritorni all'anticlericalismo democratico"; occorreva affermare "la santità dei valori spirituali e morali del Cattolicismo. " 11 Il 16 novembre, pre– sentando il suo ministero alla Camera, Mussolini promise che tutte le fedi religiose sarebbero state rispettate, "con particolare riguardo a quella domi– nante che è il cattolicismo," e conchiuse pregando Dio che lo assistesse "nel condurre a termine vittorioso la [sua] ardua fatica. 1112 Si dice che Dio, rice– vendo in paradiso questo radiogramma, si compiacque vivamente con se stes– so per non aver dato seguito all'ultimatum del 26 marzo 1904 (vedi. p. 156). Il 21 novembre Mussolini dichiarò a un gruppo di giornalisti: "Il mio spirito è profondamente religioso; la religione è una forza fondamenta– le che va rispettata e difesa." "Affermo che il cattolicismo è una grande potenza spirituale e morale e confido che i rapporti fra lo Stato italiano e il Vaticano saranno d'ora innanzi molto amichevoli." Non si sarebbe oppo– sto all'ammissione del Vaticano alla prima conferenza internazionale in cui sarebbe stata discussa la questione d'Oriente, "giacché il Vaticano ha enor– mi interessi in Oriente. " 13 10 G. SALVEMINI, The Fascist Dictatorship [ora in Scritti sul fascismo, I, cit., pp. 185-90]. 11 "L'osservatore romano," 20-21 novembre 1922.. 12 "Il popolo d'Italia," 17 novembre 1922. [N.d.C.] 13 Ibid., 22 novembre 1922. 271 blloteca Gino Bianco

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