Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Stato e Chiesa in Italia da Pio IX a Pio Xl chiali o nelle chiese, feriti, bastonati, insultati, banditi; 6 le processioni reli– giose disturbate. 7 Sarebbe disonesto pretendere che tutte queste violenze fossero ordi– nate personalmente da Mussolini e dagli altri capi del partito fascista: la massima parte di esse erano dovute alle iniziative arbitrarie dei gruppi lo– cali, che si erano avvezzati alle prepotenze nei due anni passati e trovavano comodo conservare le loro abitudini. Ma a chiunque avesse avuto occhi per vedere, era evidente che non tutti gli atti di violenza si potevano spiegare con le semplici abitudini locali. I responsabili di tanti delitti non solo non erano mai puniti, ma erano talvolta clamorosamente lodati e premiati. Pér esempio, dopo la strage di Torino, nessuno degli assassini fu arrestato, neanche il fascista Brandimarte, che si vantava pubblicamente di essere sta– to l'organizzatore dell'impresa; il 23 dicembre 1922, un'amnistia liberò da ogni responsabilità penale coloro che, mossi da "fini nazionali," avevano fi– no a quel giorno bastonato, ferito, ucciso; il I gennaio 1923 l'on. De Vec– chi, sottosegretario nel ministero Mussolini, dichiarò ai fascisti di Torino, in un pubblico discorso: "Ieri è stato necessario reagire, e mi prendo per– sonalmente, benché fossi assente, tutte le responsabilità morali e politiche di quanto è successo. 118 Mussolini sciolse il fascio di Torino, ma incaricò di ricostituirlo proprio l'on. De Vecchi, e questi espulse quei fascisti, che avevano deplorato la strage del dicembre; 9 quando fu formata la "Mili– zia volontaria per la sicurezza nazionale," l'on. De Vecchi ottenne il grado di comandante generale e Brandimarte quello di ufficiale. Nel giugno 1924, il capo dell'ufficio stampa di Mussolini, Cesare Rossi, e il sottosegretario al ministero degli Interni, Aldo Finzi, rivelarono che parecchi atti di vio– lenza e specialmente quelli contro i giornali, erano ordinati da Mussolini in persona, e documenti di indiscussa autenticità confermano la verità di 6 Oltre ai casi ricordati nel testo, Matteotti raccolse notme di violeru:e avvenute contro cattolici nei seguenti paesi: Nuvolento (Brescia), Capriolo (Brescia), Orticoli, Caluso, Campiglia dei Berici, Montespecchio, Aosta, Noale, Passignano del Trasimeno, Prata, Pordenone, Scarnafigi (Cuneo), Spineto (Alessandria), Salorno, Collalto Sabino, Romano di Lombardia, Ovindoli (Aquila), Carpinello (Farli), San Colombano al Lambro, Velo d'Astico, Seregno Briaru:a. L'elenco fatto da Matteotti è lungi dall'essere completo. I seguenti altri casi furono denunciati dall"'Osservatore romano": nov. 26, Ascoli Piceno e Montecorone; 30, Cantu e Palermo; dic. 3, Montemagno; 7, Chiavari; 9-10, Capalle; 16, Padova, Pisa e Firenze; 29, Caluso; 30, Modena; 31, Udine; genn. 1923: 4, Lendinara e Olerano; 6, Reggio Emilia; 10, Gallarate; 20, Faenza; 22-23, Lodi; 31, Brescia; febb.: 2, Brescia; 4, Treviso; 8, Como; 12-13, Tortona; 21, Monza; 23-24, Lo– di; marzo: 12-13, Treviso; 15, San Vito al Tagliamento. Nel fascicolo del 3 marzo 1923, la "Civiltà cattolica" scriveva a proposito di questo illegalismo selvaggio: "La cronaca quotidiana tace spesso su tali violeru:e, o, se parla, è troppo sobria e circospetta; ma, purtroppo, i casi di sopraffazione non sono pochi [ ... ]. Tuttora si occupano a mano armata le sedi delle leghe e dei circoli cattolici, si boicottano gli organizzati bianchi, si impongono loro le tessere fasciste, se ne svaligiano le cooperative, se ne sequestrano i piu abili, si diffidano, si minacciano, si pugnalano. I fatti (ci restringiamo ai piu recenti) di Crema, di Pisa, di Faeru:a, di Brescia sono troppo gravi." [1923, I, p. 422.] L'"Osservatore romano" del 28 marzo 1923, dopo avere enumerato i casi avvenuti a Verona, Olerano, Lendinara, Udine, Treviso, Reggio Emilia, ecc., conchiudeva: "Purtroppo se dovessimo risalire di giornata in giornata, la citazione di tali gesta apparirebbe ininterrotta, malgrado le replicate intimazioni del Capo del Governo. 11 Gli scrittori fascisti affermano che Mussolini ristabili l'ordine appena arrivato al governo. 7 "Il popolo," Roma, 5-6 aprile 1923. 8 "Corriere della sera," 2 gennaio 1923. 9 Ibid., 28 gennaio 1923. Il De Vecchi è ora [ultimi mesi del 1929] ambasciatore del governo fascista presso la Santa Sede. 270 BibliotecaGino Bianco

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