Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Capitolo ventiduesimo Dopo la marciasu Roma1 La sera del 29 ottobre 1922, quando si seppe che il re aveva chiama– to Mussolini perché formasse il nuovo ministero, don Sturzo riun1 in Roma per una consultazione quei deputati e quelle altre persone autorevoli del partito popolare, che poté mettere insieme nel disordine della giornata. La Camera dei deputati era formata dai gruppi seguenti: 1) Fascisti 35 2) Nazionalisti, agrari e conservatori alleati coi fascisti 69 3) Gruppi indecisi 142 4) Partito popolare 107 5) Gruppi antifascisti 182 Totale 535 Se i deputati del partito popolare avessero fatto blocco coi gruppi antifaseisti, Mussolini si sarebbe trovato in minoranza. Nella stessa massa dei 142 deputati indecisi, parecchi sarebbero andati ad ingrossare l'esercito d'opposizione in cui il partito popolare sarebbe stato il reparto piu forte e piu compatto. Per vincere siffatta opposizione parlamentare, Mussolini avrebbe dovuto sciogliere la Camera o ricorrere a clamorose violenze con– tro i deputati. Forse non avrebbe osato. In tutti i casi, si sarebbe avuta una posizione netta. Ciascuno, cominciando dal re, sarebbe stato obbligato ad assumere immediatamente e francamente le proprie responsabilità. Nella riunione, don Sturzo sostenne che nessun deputato del partito dovesse partecipare al nuovo ministero. Accettando l'alleanza coi fascisti, i deputati popolari sarebbero ritornati alla politica dell'anteguerra, quando i cattolici, nelle elezioni e nella Camera, funzionavano da semplici appendici dei gruppi conservatori contro i gruppi democratici. La massa del partito era saldamente antifascista. I deputati non dovevano tradire il pensiero dei loro elettori. 1 In parte utilizzato nelle Lezioni di fI.4rvarà:.Scri/N sul fascismo,. voi. I, cit., l?l>· 615 sg_~. [N.d.C.] 266, BiblioteèaGino Bianco

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