Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

. La politica di Pio Xl Nel 1922, dopo la benedizione data da Pio XI alla folla dal balcone esterno di San Pietro nel giorno della sua elezione, Il Vaticano non doveva piu che fare un passo verso la capitolazione completa: riconoscere esplicita– mente i fatti compiuti. Il tempo e le difficoltà finanziarie lavoravano a questo scopo. La messe, dopo mezzo secolo di lento lavoro, era matura. Mussolini ha mietuto dove i suoi predecessori avevano seminato. Ma ha ··pagato per mietere un prezzo esorbitante, mentre nessuna delle capitolazioni, a cui il Vaticano si sottomise prima dell'ottobre 1922, fu mai né negoziata né pagata dai governanti italiani con prestazioni contrattuali. Chi vuol comprendere perché la politica ecclesiastica segufta in Italia dal 1870 al 1922 sia stata capovolta da cima a fondo negli accordi del febbraio 1929, non deve andare a cercare la spiegazione di questo fatto nella volontà del popolo italiano. In una delle interviste concesse da Pio XI ai giornalisti di tutto il mondo dopo la firma degli accordi, il loquace pontefice ci tenne a far osservare che gli accordi erano stati negoziati e conchiusi "senza discussione sulla stampa, senza opposizione nel Parlamento, senza che fosse interpellata l'opinione pubblica: era .stata proprio la volontà di Dio. 1113 Anche . Mussolini, nel discorso del 13 marzo 1929, fece osservare: "È evidente che, se abbiamo concluso, lo si deve alla magni.fica disciplina che abbiamo imposto al popolo italiano. 1114 In altre parole, dovevano essere abolite le istituzioni libere in Italia, affinché quella tradizione di politica ecclesiastica, che durava da mezzo secolo, fosse abbandonata. La questione romana, che era morta e putrefatta nel 1921, ritornò a diventare una cosa viva dal 1922 in poi, perché Mussolini aveva bisogno che il Vaticano gli consentisse di distruggere le istituzioni libere italiane, e dové pagare quella complicità. Gli indizi dell'esprit nouveau, che Pio XI portava da Milano a Roma, non tardarono a manifestarsi. Nel giugno 1922, il marchese Cornaggia Medi– ci, un cattolico conservatore di Milano, la cui amicizia col nuovo papa risaliva della vita intellettuale e morale dei tempi nuovi." (Il partito popolare e la questione romana, Fi– renze, La Voce, pp. 85-87 [ripubblicato in questo volume, pp. 83-84]). Nel suo discorso del 13 maggio 1929, Mussolini, per dimostrare la gravità e l'urgenza della questione romana da lui finalmente risolta, citò quello scritto, riassumendone le conclusioni con le parole seguenti: "Di notevole importanza [fu] un opuscolo, intitolato: Il partito popolare - quello defunto - e la questione romana, nel quale si affermava che bisognava riconoscere la sovranità della Santa Sede sui Palazzi Vaticani." Nella seconda edizione [da me non rintracciata {N.d.C.)] dei suoi discorsi, Gli accordi del Laterano, p. 161, il duce riprodusse di quell'opuscolo le tre sole pagine in cui erano esposti gli argomenti in favore della soluzione, sopprimendo le altre sedici pagine che davano gli argomenti contro o che giustificavano lo scetticismo indifferente della conclusione. Cosi anche l'autore del presente studio passò alla storia come uno degli italiani, la cui coscienza era dechirée dal souci lancinant della questione romana. 13 "Associated Press," ... marzo 1929. [Nel ms. il giorno è lasciato in bianco. La citazione, evidentemente inesatta in questa forma, fu cosi corretta da Salvemini in Mussolini diplomatico: "I negoziati fra Pio XI e Mussolini furono condotti, per piu di due anni, nel massimo se– greto [ ... ]. Nessun giornale italiano disse una parola di quanto bolliva in pentola [ ... ]. L'Asso– ciated Press del 7 febbraio 1929 notò che 'non vi era stata nessuna discussione nella stampa, nessuna opposizione nel Parlamento, nessuna concessione alla opinione pubblica.' La bomba fu fatta scoppiare a un tratto nel pomeriggio dell'll febbraio. Il segreto era stato necessario per mettere a un tratto il paese innanzi al fatto compiuto. 'Era la volontà di Dio,' disse Pio XI in una intervista con la United Press (21-11-1929) 11 : Opere., III, 3, Preludio alla seconda guerra mondiale, a cura di A. Torre, Milano, 1967, p. 195. (N.d.C.)] 14 Gli accordi del Laterano, cit., p. 66. 261 BibliotecaGino Bianco

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