Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Stato e Chiesa in Italia da Pio IX a Pio Xl ai tempi della Lega lombarda, fondò una Unione costituzionale italiana. La nuova associazione, a _somiglianza del partito popolare, evitava di dichia– rarsi cattolica, ma "non esita [va] a riconoscere nella religione il fondamento della moralità pubblica e privata": cosf evitava anch'essa lo scoglio della questione romana .. Ma il marchese Cornaggia annunziava francamente che la sua organizzazione si proponeva di raccogliere quei cattolici, che si sareb– bero staccati dal partito popolare, se questo fosse arrivato ad allearsi coi democratici e coi socialisti riformisti. Interrogato se la sua iniziativa avesse o no il consenso del nuovo papa, rispose, o meglio non rispose: Non sono in grado di rispondere a questa domanda. Da tempo non vedo il Ponte• fice, e non credo che si sia ancora espresso con alcuno sulla questione alla quale lei accenna. Ma posso dirle che Pio XI è al corrente delle nostre idee e dei nostri propositi, e che in una recente occasione egli ha inviato [...] un telegramma con espressioni parti– colarmente benevoli e, se lei vuole, significative. Dal canto nostro non abbiamo fatto alcun passo verso il Vaticano. 15 L'Idea nazionale, 29 giugno 1922, commentò questa intervista con le parole seguenti: Se a queste pacate, ma chiare affermazioni aggiungiamo un dato di fatto a tutti noto, e cioè i rapporti di devota amicizia che legano l'on. Cornaggia a Pio Xl, potremq desumere, senza aver l'aria di fare delle rivelazioni, che il Pontefice segue con simpatia l'opera iniziata. L'Osservatore romano, sempre pronto a negare ogni ticano e il partito popolare, non smenti in alcun modo papa per l'iniziativa del marchese Cornaggia. legame fra il Va- l "· .,,dl e s1mpat1e e Nonostante la pubblicità che i giornali fascisti, nazionalisti e "liberali," cioè conservatori, fecero intorno al tentativo del marchese Cornaggia, questi si avvide ben presto di essere un generale senza soldati. La massa dei catto– lici rimaneva incrollabilmente fedele al partito popolare. Comunque il ten– tativo fu sintomatico. L'autore del presente studio scriveva nel giugno 1922: Pei conservatori cattolici e pei conservatori liberali-democratici, l'ideale sarebbe che il nuovo papa, Pio XI, ritornasse alla politica del suo omonimo L.J. Papa Ratti, se obbligasse don Sturzo ad abbandonare la segreteria del partito popolare, se mettesse l'azione elettorale e politica delle organizzazioni popolari sotto il controllo dei vescovi, se sconfessasse l'on. Miglioli, diventerebbe subito un gran papa [per tutti i conservatori italiani]. Ma sembra assai difficile che Pio XI voglia tentare oggi, contro il partito popolare di don Sturzo, una nuova edizione della spietata operazione chirurgica com· piuta da Pio X, tra il 1904 e il 1906, contro la democrazia cristiana di Romolo Murri. Ai tempi di Pio X non era scesa ancora in campo una massa di piu che un milione di organizzati, in maggioranza piccoli proprietari di campagna, fittabili, contadini. Un orientamento del partito popolare verso la destra fascista, nazionalista, agraria, gette– rebbe lo sfacelo in queste moltitudini. I socialisti mieterebbero dove i popolari hanno seminato L.. J. Le violenze fasciste hanno intensificato nel partito socialista quella evolu– zione verso il riformismo e verso la collaborazione coi popolari, che alcuni mesi orsono 15 Lettera al "Corriere della sera," 13 giugno 1922, e intervista al "Popolo d'Italia," 27 giugno 1922. 262 BibliotecaGino Bianco

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