Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

La politica di Pio XI Pio XI era la persona piu adatta a condurre questo genere di nego– ziati. Apparteneva alla stessa generazione di Benedetto XV (era nato tre anni dopo): ma mentre il suo predecessore si era formato alla scuola catto– lico-intransigente di Leone XIII e del cardinal Rampolla, egli aveva respi– rato in gioventu le idee cattolico-nazionali delle famiglie nobili, che lo impiegavano come precettore. Appartenne agli intimi di Antonio Stoppani, un sacerdote lombardo, assai noto come scienziato e come letterato, che fu nel clero milanese, fra il 1860 e il 1890, uno dei leaders del movimento cattolico nazionale. 6 Sulla fine del secolo XIX vi erano in Milano due giornali cattolici, che si combattevano fra di loro con quella furia, che in linguaggio tecnico si chiama odium theologicum: uno era l'Osservatore cattolico, de– mocratico e intransigente rivendicatore della sovranità pontificia su Roma; e l'altro era La lega lombarda, conservatore e favorevole alla conciliazione fra la Santa Sede e il governo italiano. Il futuro papa era in cordiali rapporti col gruppo della Lega lombarda, ed ebbe perciò occasione di fare amicizia con molti uomini politici autorevoli del movimento nazionale conservatore in Lombardia. Dati questi rapporti di cordialità, che il cardinal Ratti aveva nel mondo .degli "usurpatori," e data l'urgenza di risolvere la questione ro– mana e sistemare le finanze della Santa Sede, si comprende perché i cardinali abbiano scelto come papa proprio il Ratti, nonostante il suo insuccesso nella missione polacca. 7 Il nuovo papa, nell'assumere l'ufficio, ripeté il giuramento di "asse– rire e difendere i diritti inviolabili della Chiesa e della Santa Sede," ma volle dare dal balcone esterno di San Pietro la benedizione alla folla che aspettava sulla piazza della basilica, e confermò a segretario di stato il cardinal Ga– sparri. Questi, nell'ottobre 1922, proprio poche settimane prima che Mus– solini diventasse inaspettatamente primo ministro, andò come legato pon– tificio a presiedere una cerimonia nel santuario di Loreto, e qui partecipò a un banchetto ufficiale col funzionario che rappresehtava il governo "usur- patore. ,,a Arrivati a questo punto del nostro lavoro, noi possiamo domandarci quanto ci sia di vero nella affermazione messa in giro, dopo l' 11 febbraio 1929, da scrittori cattolici e da scrittori fascisti, capitanati da Mussolini in persona, che la nazione italiana, prima che Pio XI le perdonasse il suo peccato originale, era tormentata da un souci lanèinant, 9 da una "spina nel fianco 1110 a causa della questione romana. Certo, fra il 1860 e il 1890, la 6 A. DELLAToRRE, Il cristianesimo in Italia, cit., pp. 272, 277, 288. 7 Le opinioni del cardinal Ratti non erano un mistero per nessuno. L'informatore vaticano dell'" Action française" inviò a questo giornale, in data 31 gennaio 1922, una corrispondenza pubblicata nel numero del 4 febbraio, nella quale si leggeva a proposito del Ratti: "Questo candidato appartiene al clan liberale (per il significato di questa parola, vedi la n. 1 di p. 127). Non è un mistero per nessuno che egli ha già pronto un progetto di conciliazione col Quirinale." s E. DEVOGHEL, La question romaine sous Pie XI et Mussolini, cit., p. 39. 9 Questa amenità si può leggere nella solenne prefazione, con cui il barone Beyens, ex– ambasciatore del Belgio presso la Santa Sede, onorò il volume di E. DEVOGHEL, La question romaine, cit., pp. I-Il. 10 Discorso di Mussolini al Senato del 25 maggio 1929, in Gli accordi del Laterano, cit., p. 132. [N.d.C.] 259 Biblioteca Gino Bianco

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