Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Stato e Chiesa in Italia da Pio IX a Pio Xl diati dai vecchi e dai nuovi ricchi, armati dalle autorità dell'esercito regolare, assicurati dell'impunità dalla polizia e dall'autorità giudiziaria. La Civiltà cattolica, sul principio del 1924, dette sulle origini del fascismo un giudizio, nel quale deve convenire chiunque esamini con onestà e diligenza tutti i fatti di quegli anni agitati: Quando il pericolo fu maggiore, cioè nei due anni dopo l'armistizio, i fascisti erano appena nati, e lo Stato si mantenne in piedi per opera non di essi ma dei vecchi partiti costituzionali e del nuovo partito popolare, che tenevano il governo; e quando finalmente i fascisti furono in grado di scendere in campo, il che avvenne [...] coll'anno 1921 e piu propriamente con le elezioni politiche del maggio, il pericolo si poteva dir superato per piu ragioni L.. J. Vale a dire, per la delusione delle masse operaie dopo che videro riuscire inefficace l'atto prettamente rivoluzionario quale era stato l'occupazione delle fabbriche; per la rapida mina delle grandi conquiste elettorali dovuta all'incapacità grossolana di tanti amministratori socialisti; e per la scissione fra socialisti e comunisti, avvenuta al principio del detto anno 1921. Dopo di che L.J l'arrogarsi che i fascisti fanno di essere i salvatori d'Italia è quanto farsi belli delle penne altrui. Ciò che essi pretendono di aver salvato, era già salvo. 15 I "fascisti della prima ora," cioè del 1919-20, erano anche violente– mente anticlericali. 16 Prima della guerra Mussolini era stato un rumoroso an– ticlericale (vedi p. 156). Era stato anche antimassone. Ma quando si separò dal partito socialista e fondò il Popolo d'Italia (novembre 1914), per pre– dicare l'intervento dell'Italia nella guerra europea contro gli Imperi centrali, cessò di combattere la massoneria: aveva bisogno di danaro per il suo giornale e ne accettò dai massoni come dal governo francese, come dai fabbricanti d'armi, come da chiunque fosse disposto a comprarlo. Continuò ad essere violentemente anticattolico negli anni della guerra e nei primi due anni del dopoguerra. 17 Nel numero del 26 febbraio 1920, la Civiltà cattolica definiva il Popolo d'Italia con le seguenti parole: Giornale di cui abbiamo dovuto occuparci già una volta - ed è anche troppo - per le sue luride bestemmie ed ignobili turpitudini [... l Quel mestiere di villani insulti e di violente polern'iche è come la caratteristica di quel foglio (a. 1920, vol. I, p. 472). 15 "La civiltà cattolica," 1924, vol. I, p. 244. [Nella rivista il giudizio è attribuito a un personaggio del racconto a puntate Un orfano di guerra. (N.d.C.)] 16 E. MARTIRE, La conciliazione, cit., pp. 124 sgg. 17 Si potrebbe mettere insieme un discreto volume con gli articoli anticattolici che Mus– solini stampò sul "Popolo d'Italia" del 1919 e 1920. Il programma dei "Fasci di combatti– mento," nel marzo 1919, domandava la confisca delle proprietà ecclesiastiche e l'abolizione di tutti i privilegi del clero. Il 18 novembre 1919, Mussolini scriveva nel "Popolo d'Italia": "Non c'è che una sola revisione possibile della Legge delle Guarentigie, ed è la sua abolizione, seguita dal fermo invito a Sua Santità di sloggiare da Roma, di rientrare ad Avignone o, in conformità dei gusti ostentati dal Vaticano durante la guerra, fra i Boches." [Citazione non rintracciata (N.d.C.).] Il I gennaio 1920 scriveva: "Noi abbiamo stracciato tutte le verità rivelate, abbiamo sputato su tutti i dogmi, respinto tutti i paradisi, schernito tutti i ciarlatani bianchi [ = liberali], rossi [= socialisti], neri [= cattolici] [ ... ]. Da due Vaticani partono, oggi, le encicliche: da quello di Roma e da quello di Mosca. Noi siamo gli eretici di queste due religioni. Noi, soli, immuni dal contagio." Il 20 settembre 1920 egli diceva a Trieste: "Roma è il nome che riemI?ie tutta la storia per venti secoli [ ... ]. Ecco che dobbiamo assolvere ancora un altro compito universale. Questo destino non può diventare universale, se non si trapianta nel terreno pagano di Roma. Attraverso il paganesimo, Roma trova la sua forma e trova il modo di reggersi nel mondo": "Il popolo d'Italia," 24 settembre 1920. Cfr. anche G. A. CmURC0, Storia della rivo– luzione fascista, Firenze, Vallecchi, 1929, vol. I, pp. 201, 207, 241. 252 BibliotecaGino Bianco

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