Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Conservatori e democratici nel partito popolare torie dei socialisti, ma quello di permettere al partito popolare di darsi una individualità propria, indipendente da quella dei vecçhi partiti di gover- :. po. Col sistema elettorale dell'anteguerra, ogni collegio eleggeva un solo deputato; se nessun candidato raccoglieva la metà piu uno dei voti espres– si i due candidati piu favoriti dovevano affrontarsi in una seconda vota– zione ("ballottaggio"), ed era eletto chi raccoglieva allora la maggioranza. Con questo sistema, i cattolici potevano mantenersi indipendenti solamente nella prima votazione, presentando candidati propri; ma se non riuscivano a strappare la vittoria al primo colpo, erano obbligati ad allearsi con altri partiti nel ballottaggio, sia per portare a salvamento i candidati propri, sia per assicurare la vittoria a quello dei due candidati, che era dal loro punto di vista meno pericoloso. Bisognava scegliere: o coi conservatori o coi so– cialisti. Pio X aveva imposto che le organizzazioni cattoliche presentassero candidati propri in non molti collegi, e che negli altri votassero per i can– didati favorevoli al governo. Da questa tattica elettorale era poi determina– ta nella Camera, durante la durata di tutta la legislazione, l'azione dei de– putati cattolici: questi si associavano alla maggioranza "liberale" che soste– neva il gabinetto, purché la politica del gabinetto non avesse tendenze an– ticattoliche. Alla loro volta i gruppi "liberali," contando 400 su 500 de– putati, potevano dettar legge ai 30 cattolici e mantenerli obbedienti ai loro cenni, colla sola minaccia di assumere un atteggiamento anti~attolico e di allearsi coi 60 deputati socialisti o anticlericali. Con le elezioni del 1919 la scena cambiò. Il metodo della rappresen– tanza proporzionale permise ai cattolici conservatori, che avrebbero voluto allearsi coi nazionali conservatori, e ai democratici cristiani, che avrebbero preferito allearsi coi socialisti, di non fare nessuna scelta: essi si presenta-. rono agli elettori come una massa compatta ed autonoma. I loro 100 de– putati, non avendo contratto nelle elezioni alcuna obbligazione con nessun altro partito, erano perfettamente liberi di allearsi sia coi 239 deputati su– perstiti dei vecchi partiti di governo, sia coi 169 socialisti e repubblicani. Ma non erano piu i vecchi partiti di governo che facevano la legge nell'al– leanza, come ai bei tempi di Pio X: questa volta era il partito popolare che faceva la legge. Contro questa situazione parlamentare, i nazionali conservatori erano esasperati. Essi avrebbero voluto che i cattolici prendessero francamente po– sizione: o con loro, o contro di loro; quando fossero stati costretti a sce– gliere dichiaratamente la loro strada, i cattolici si sarebbero divisi in una destra conservatrice e in. una sinistra democratica; i loro deputati nella Camera non avrebbero piu formato un gruppo compatto padrone di det– tare la legge, ma si sarebbero divisi in due tronconi, dei quali l'uno avreb– be paralizzato l'altro. Il ritorno al regime elettorale dell'anteguerra avrebbe prodotto questo risultato. Difendendo la rappresentanza proporzionale, il par– tito popolare difendeva la sua stessa vita; combattendola, i conservatori mi– ravano a rompere l'unità del partito popolare e a fiaccarne la potenza parla– mentare. 243 BibliotecaGino Bianco

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