Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Stato e· Chiesa in Italia da Pio IX a Pio Xl e si compiaceva della vittoria, i cappellani militari e i giovani tornati dalla guerra mostravano· le proprie medaglie al valore e le proprie ferite e mutilaJ zioni; a chi non voleva piu guerre, il programma del nuovo partito prometteva una politica di pace sotto l'egida della Società delle nazioni. Questo non impediva che i cattolici a tendenze nazionaliste vituperassero i trattati che avevano negato all'Italia la "giusta pace," cioè la Dalmazia, l'Asia Minore e una parte delle colonie tedesche in Africa. Visto che il partito non era confessionale, anzi non era neanche religioso, per quanto si ispirasse a ideali religiosi, vi furono degli ebrei, che gli dettero ingenuamente il loro nome e cercarono di diventarne candidati nelle elezioni. Grazie a questa tattica di promettere tutto a tutti, il partito ebbe una fortuna rapidissima, strepitosa. Nel giugno 1919, al suo primo Congresso na– zionale, contava 850 sezioni con 55.895 tesserati; alla fine del 1919, con– tava 2.700 sezioni con 100.000 soci. 4 Nelle elezioni politiche del novembre 1919 raccolse 1.167.354 voti su 5.682.136 votanti e conquistò 100 seggi su 508 nella nuova Camera. 5 Nel 1920 esso aveva 22 giornali quotidiani e 93 settimanali.6 Le sue leghe di resistenza contavano 1.161.283 organiz– zati.' In una moltitudine cosf grande, raccolta in cosf breve tempo, non po– tevano non manifestarsi deviazioni di estrema sinistra come di estrema de– stra. Fra i tanti gruppi, che si rimescolavano nel movimento, vi era un di– screto numero di propagandisti e di organizzatori "bolscevizzanti," che, specialmente in alcune zone della Lombardia, facevano ai socialisti una concorrenza sfrenata, sotto le insegne di Cristo, anziché sotto quelle di Lenin. Ma nel giudicare l'opera del partito popolare non è onesto badare sola– mente alle deviazioni "bolscevizzanti;" che la Direzione del partito sconfes– sò nettamente o cercò di moderare, ed ignorare tutta la resistenza che la massa del partito oppose al movimento socialista nei due anni 1919-20, quando i socialisti erario piu aggressivi. 8 Vi sono anche atteggiamenti che 4 G. DE Rossi, Il partito popolare italiano dalle origini al congresso di Napoli, cit., pp. 72, 79. 5 U. Grnsn, Le correnti politiche italiane, cit., pp. 21, 27. 6 G. DE Rossi, Il partito popolare, cit., pp. 65 sgg. 1 Compte rendu du 2me congrès de la Conféderation international des syndicats chrétiens (Innsbruck, 1922), Utrecht 1923, pp. 100-1, 116. 8 L. STUBZO, Popolarismo e fascismo, Torino, Gobetti, 1924, pp. 23-28, 107, 122-23, 168. Ecco un solo esempio delle menzogne che la propaganda fascista ha messo in circolazione sul "bolscevismo" di don Sturzo. L. VILLARI, Italy, London, Benn, 1929, p. 152, scrive: "I cat– tolici, che al principio del 1919 si organizzarono in partito politico, dapprima si sforzarono di resistere alla marea rivoluzionaria col presentare un programma di riforme sociali ed economiche un po' piu ragionevole, insieme ad una politica estera chiaramente patriottica. Ma il fondatore e capo del nuovo partito, il prete siciliano don Luigi Sturzo, prese un atteggiamento poco meno sedizioso che quello dei socialisti, e lasciò che l'ala estrema del partito, capeggiata da Guido Miglioli, promovesse scioperi e disordini, secondo i migliori metodi bolscevichi." La verità fu rivelata da don Giulio De Rossi, direttore dell'Ufficio stampa del partito popolare, sul giornale "Il popolo" del 30-31 luglio 1923, e non smentita né rettificata dagli altri interes– sati: don Sturzo si opponeva nel 1919 all'ammissione di Miglioli nel partito popolare, ma la maggioranza dei deputati deliberò di ammetterlo su proposta dell'on. Tovini, che fu dal 1921 il leader dei deputati profascisti; nel marzo 1920 don Sturzo propose l'espulsione di Miglioli dal gruppo parlamentare e dal partito, ma la maggioranza dei deputati respinse la proposta per opera specialmente dei deputati Tovini e Crispolti: quest'ultimo fu anche lui, dal 1921 in poi, un ardente profascista. L'alleanza fra il nartito popolare e il partito socialista,. propugnata da 240 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=