Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Stato e Chiesa in Italia da Pio IX a Pio Xl ro, di debolezze incalcolabili" ;19 ma si guardarono bene dal parlare francamen– te della questione romana, e non domandarono che fosse riconosciuta la so– vranità del papa neanche sulla punta del piu alto fra i parafulmini che proteggono la cupola di San Pietro. Il primo ministro Giolitti, nel rispon– dere agli oratori, non dedicò neanche una parola al problema su cui tanto fiume d'inchiostro mons. Pucci aveva fatto versare nei giorni passati. Nell'estate del 1921, il sen. Francesco Ruffini, professore di diritto ecclesiastico nell'università di Torino ed ex ministro della Pubblica Istru– zione, pubblicò nella Nuova antologia una serie di studi 20 assai importanti sul problema delle relazioni fra l'Italia e il Vaticano durante la guerra eu– ropea. La conclusione a cui egli arrivava, era che gli italiani non avevano nessuna ragione né di pentirsi della politica seguita nel mezzo secolo pre– cedente, né di modificarla in alcun punto essenziale. Nel settembre 1921 ebbero luogo due congressi, uno della "Federa– zione universitaria cattolica italiana" a Ravenna, e uno della "Gioventu cattolica italiana" a Roma. Al congresso di Ravenna gli studenti cattolici di parecchi alt~i paesi mandarono i loro delegati, e vi intervenne pure il cardinale La Fontaine, in qualità di legato pontificio alla celebrazione del centenario della morte di Dante Alighieri: nessuno degli intervenuti pronunciò parola sulla questio– ne romana. A Roma, la mattina del 4 settembre, un corteo di giovani cattolici avrebbe dovuto attraversare la città, andando dal Colosseo al Vaticano. La polizia vietò la dimostrazione. I giovani cattolici dovettero contentarsi di raccogliersi in piazza San Pietro, udirvi una messa all'aperto, ed esser ricevu– ti dal papa nei giardini del Vaticano. Uscendo dal Vaticano, cercarono dì fare una dimostrazione dirigendosi verso piazza Venezia. Lungo la strada si scontrarono con gruppi di fascisti che accusarono i cattolici di aver gridato Viva il papa-re. Ci furono grida, fischi, pugni. Nelle polemiche fra giornali che succedettero a questi incidenti, l'agenzia cattolica Corri– spondenza smenti che i giovani cattolici avessero emesso "grida antipatriot– tiche ": Il grido di Viva il Papa-Re è ormai un puro e semplice ricordo che risale ad anni molto lontani. L'ulùma volta che questo grido risuonò nel Vaticano, fu sotto il pontificato di Pio X, e sempre lanciato da stranieri. Già allora esso era biasimato dai cattolici italiani, e le stesse autorità vaticane si guardavano bene dall'incoraggiarlo. 21 Mussolini commentò questi incidenti in un articolo sul Popolo d'[. talia, 11 settembre 1921, articolo rimasto ignoto a quei suoi adulatori che 19 E. MARTIRE, La conciliazione, cit., pp. 163, 166, 164. 20 Progetti e propositi germanici per risolvere la questione romana, in "Nuova antologia," vol. CCXII, 1 maggio 1921, pp. 24-40; Sovranità temporale, Congressi della pace e Società delle nazioni, Ibid., 16 maggio 1921, pp. 118-30; La questione romana e l'ora presente, Ibid., 1 giugno 1921, pp. 193-206. [N.d.C.] 21 La citazione, di cui non ho rintracciato il testo originale italiano, è qui ritradotta dal francese. [N.d.C.] 236 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=