Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Capitolo diciottesz'mo La discussionedel 1921 Le trattative fra il Vaticano e i governanti italiani rimasero interrotte dal luglio 1920 al luglio 1921, sotto il primo ministro Giolitti.1 Questi apparteneva alla vecchia scuola, che non sentiva nessun bisogno di discu– tere una questione che, secondo la tradizione liberale italiana, era stata ri– soluta con la legge delle guarentigie del 1871. Discutere significava am– mettere che una questione romana esistesse. Ammettere che una questione romana esistesse, era accettare una tesi del Vaticano. Non c'era nessuna ne– cessità di fare siffatta concessione. Il Vaticano, negli ultimi vent'anni, aveva abbandonato, una dopo l'altra, quasi tutte le sue posizioni polemi– che, mentre il governo italiano aveva mantenute integralmente tutte le sue posizioni difensive. Non c'era nessuna urgenza di cambiar tattica. Egli soleva dire: "Non bisogna fasciarsi la testa prima di essersela rotta." Il tempo faceva la sua opera. Perché disturbarlo? Una prova che il tempo lavorava per l'Italia e non per il Vaticano, si ebbe nel settembre 1920, quando si commemorò il cinquantesimo an– niversario della occupazione di Roma per opera delle truppe italiane nel 1870. Un cattolico, e per giunta membro del clero, e per giunta professo– re alla università cattolica di Milano, sostenne in una rivista cattolica che "nelle attuali condizioni la sovranità su di un territorio non è piu neces– saria garanzia della giurisdizione sulle anime, ché anzi tale sovranità non sarebbe piu ora nemmeno garanzia sufficiente ed utile." Era l'abbandono esplicito della dottrina costruita dai cattolici francesi fra il 1848 e il 1860. La connessione fra la sovranità territoriale e l'indipendenza spiritua– le - spiegava lo scrittore - non è un dogma, ma un fatto storico: dog– ma è solamente il diritto che ha il papa di godere la piena indipendenza spirituale. Il diritto è immutabile; il mezzo per garantire quel diritto può mutare. Se, in un dato momento della storia, quel diritto fu garantito per mezzo di una sovranità territoriale, non ne consegue che non vi sia altro mezzo per raggiungere lo scopo. L'esperienza dell'ultimo mezzo secolo aveva 1 Articolo del conte Sforza, ministro degli Esteri nel gabinetto Giolitti, nel "Manchester Guardian," 2 agosto 1929. 230 BibliotecaGino Bianco

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