Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

1 Stato e Chiesa in Italia da Pio IX a Pio Xl Il governo italiano, facendo escludere Benedetto XV dal Congresso del– la pace, lo mise al sicuro da ogni pericolo. Tutti uscirono diminuiti da quel congresso. Un uomo solo rimase indenne dalla follia dei vincitori: co– lui di cui i vincitori avevano voluto ignorare l'esistenza. Benedetto XV, perdendo la partita diplomatica, vinse la partita morale. Salutem ex inimicis nostris. Questo cominciò ad apparire solamente nella seconda metà del 1919 e diventò sempre piu evidente negli anni successivi. Nella prima me~à del 1919, Benedetto XV e il cardinal Gasparri erano sempre alla ricerca di un pertugio, attraverso cui potessero far penetrare al Congresso della pace la questione romana. Il momento sembrava propizio: i rappresentanti ita– liani si erano messi stupidamente in urto con Wilson, con Lloyd George, con Clemenceau, con tutto il mondo. Per incarico della Santa Sede, il car– dinale Mercier si mise in contatto col colonnello House, il consigliere del presidente Wilson, nel maggio 1919. 12 · Alcuni gruppi di cattolici americani e spagnuoli - non certo all'insaputa o contro la volontà del Vaticano - domandarono a Wilson, Lloyd George e Clemenceau che prendessero a cuore le rivendicazioni del papa. I leaders dei cattolici belgi é inglesi se– condarono il tentativo. Durante la guerra essi avevano lasciato a Erzberger e ai cattolici tedeschi e neutrali l'onore e l'onere di battere il tamtam per i diritti della Santa Sede. Se l'Italia si fosse alleata nella guerra con gli Im– peri centrali, è probabile che la questione romana avrebbe interessato viva– mente i cattolici del Belgio e dell'Inghilterra, ma sarebbe stata ignorata dai cattolici della Germania e dell'Austria. Ora che la guerra era finita, il Bel– gio non era piu occupato dai tedeschi, la flotta germanica era sparita dai mari e la carne da cannone italiana non era piu necessaria alla guerra co– mune, era giusto che i cattolici belgi e inglesi dessero finalmente sfogo alla piena, lungamente compressa, della loro fedeltà verso il Santo Padre. À chaque jour suffit sa peine. I cattolici francesi, che mezzo secolo prima erano stati all'avanguardia di ogni agitazione per la questione romana, si ten– nero nel 1919 alla retroguardia, anzi non lasciarono neanche i loro accam– pamenti: la stampa italiana si mostrava irritabile specialmente verso la Francia; ed è probabile che il governo francese abbia consigliato ai catto– lici francesi di non gettare olio sul fuoco. Wilson, Lloyd George e Clemen– ceau avevano altre gatte da pelare. Le sollecitazioni dei cattolici rimasero senza risultato. 13 12 F. KELLY, Il diario di mons. Kelly, in "Vita e pensiero," vol. XX, giugno-luglio 1929, pp. 403-11. [N.d.C.] 13 Questo tentativo fu rivelato per la prima volta da J. HEARLEY, Italy's Agreement witb tbe Vatican: A Criticism of tbe Agreement, in "Current History," aprile 1929, pp. 19-20. La rivelazione fu pienamente confermata dall'on. Orlando, nel 1919 primo ministro d'Italia, in un articolo sul "Saturday Evening Post" del 4 maggio 1929. 210 BibliotecaGino Bianco

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