Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Stato e Chiesa in Italia da Pio IX a Pio Xl Sulla estensione di questo stato lillipuziano, siamo informati dal progetto che lo stesso Erzberger formulò nel 1917, e che ottenne l'assenso del go– verno tedesco e dell'imperatore d'Austria. Lo "Stato della Chiesa,, avrebbe compreso "la collina del Vaticano, 11 con una striscia di terreno che l'avreb– be messo in comunicazione col Tevere e con la ferrovia di Viterbo. Il Te– vere sarebbe stato reso navigabile al naviglio della Santa Sede. Lo Stato del– la Chiesa sarebbe stato indipendente e neutrale, e garantito dalle potenze.· Il regno d'Italia avrebbe pagato alla Santa Sede 500 milioni di lire, desti– nate a coprire le spese per la corte del papa, e per l'amministrazione dello Stato della Chiesa. 12 Una soluzione duratura non sarebbe possibile che in pieno accordo col Regno d'Italia, poiché ogni soluzione imposta dal di fuori porterebbe il germe di nuovi con– flitti e, lungi dal migliorarla, aggraverebbe la situazione della Santa Sede. 13 A questa campagna di propaganda per la restaurazione della sovranità papale in scala piu o meno ridotta parteciparono non solo cattolici, ma pro– testanti e ebrei. La popolarità del papa in Germania, durante la guerra, fu superata solamente dalla popolarità del sultano. 14 È difficile che gli scrittori protestanti e ebrei avessero intese col Va– ticano. Ma Erzberger era persona grata al Vaticano: nel febbraio e maggio 1915 fu ricevuto piu volte dal papa, e rimase sempre in contatto, durante la guerra, con le autorità della Santa Sede. 15 È possibile ammettere che la sua attività si sia svolta contro la volontà del papa e del cardinale segretario di stato? Questo in ogni modo è certo, che conoscendo l'attività di Erz– berger e dei suoi amici, Benedetto XV non dichiarò mai di non gradirla. La– sciò fare. Egli prevedeva nel 1915 e 1916 la vittoria della Germania. Data questa previsione, sarebbe stato assurdo da parte sua rifiutare a priori i doni del vincitore. Nel corso del 1917, la fiducia nella vittoria tedesca cessò anche nel Vaticano. Benedetto XV aspirò allora alla parte di pacificatore e di arbi– tro. Niente avrebbe piu aumentato il prestigio della Chiesa cattolica nel mondo, che una pace dettata dal pontefice all'Europa dilacerata dagli odi e prostrata dai patimenti. Quell'ufficio che il presidente Wilson cercò in– vano di esercitare nel 1919, Benedetto XV lo attribuiva a sé nel 1917. Se il suo sogno si fosse avverato, sarebbe stato lui stesso a dettare la solu– zione della questione romana ad un'Italia emersa, grazie a lui, dal baratro di una guerra senza speranza. 12 M. ERZBERGER, Souvenirs de guerre, cit., pp. 158-61. 13 Ibid., p. 155. Cfr. F. RUFFINI, Progetti e propositi per risolvere la questione romana, in "Nuova antologia," 1 ° maggio 1921. 14 E. VERCESI, Il Vaticano, l'Italia e la guerra, cit., pp. 79 sgg. 1s M. ERZBERGER, Souvenirs de guerre, cit., pp. 46, 49, 53, 54, 60, 62, 64, 65, 151. 204 BibliotecaGino Bianco

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